L’anticiclone di provenienza polare sta interessando le cime delle Alpi, le grandi e vaste pianure alluvionali del Vecchio Continenti ed i principali insediamenti affacciati sul Mare del Nord. Le strutture pubbliche, in caso di temperature inferiori ai 15 gradi sotto lo zero – salvo aree in cui tali valori termici siano considerati standard per il periodo invernale – prevedono la chiusura e l’espletamento solo delle mere funzioni emergenziali: sanitarie, soccorso, rifornimento ed approvvigionamento di materie prime essenziali. Le scuole, spesso non munite di sistemi per far fronte alle basse temperature, organizzano la didattica come possono, a distanza; le attività aggiuntive come quelle motorie e sportive, laboratori e altre professionalizzanti sono sospese per via del rischio termico. Si torna dunque ad uno stato di quarantena climatica, che sempre nell’emisfero boreale, per le temperature considerate eccessive e dunque con effetti inversi, è stato intrapreso negli stati centrali USA a seguito di intensissime ondate di calore che hanno impedito il regolare svolgimento delle attività didattiche.
Finlandia e Svezia hanno registrato le temperature più fredde dell’inverno, con i termometri crollati a meno 40 gradi Celsius a seguito di un’ondata di freddo prevalente nella regione nordica. A Nikkaluokta, un piccolo villaggio abitato dagli indigeni Sami nel nord della Svezia, il termometro ha segnato meno 41,6 gradi lo scorso martedì mattina, ha riferito l’emittente pubblica svedese SVT. Nella vicina Finlandia, il record di freddo di quest’inverno è stato registrato nella città nordoccidentale di Ylivieska, dove le temperature sono scese a meno 37,8 all’inizio di martedì scorso. In Danimarca, un ponte strategico per il traffico è stato chiuso ai veicoli con rimorchi leggeri a causa dei forti venti che possono influenzare la guida, ha affermato la Direzione stradale danese. Mercoledì scorso sono stati emessi più di 300 allarmi per inondazioni in Inghilterra e Galles, mentre 10.000 abitazioni sono rimaste senza elettricità. È stata annunciata una grave allerta per inondazioni, che significano pericolo per la vita, sul fiume Nene a Northampton, nell’Inghilterra centrale. In Francia, forti piogge hanno colpito da domenica le regioni settentrionali del Pas-de-Calais e del Nord, costringendo l’evacuazione di circa 200 persone e interrompendo la corrente elettrica a 10.000 famiglie, secondo le autorità locali.
L’impatto immediato di questa intrusione polare sulle infrastrutture e sulla vita quotidiana è stato assai sensibile. La didattica in presenza è stata interrotta a causa della chiusura delle scuole e gli eventi meteorologici hanno causato ingenti danni alle proprietà. Le interruzioni di elettricità hanno probabilmente paralizzato altri servizi essenziali e aree residenziali, mettendo in luce la vulnerabilità di alcune regioni agli eventi meteorologici estremi. La vulnerabilità alle temperature estreme sottolinea l’urgente necessità di piani di risposta delle scuole e degli edifici pubblici in generale alle emergenze efficaci e di una maggiore resilienza delle infrastrutture, cruciali nella nostra epoca di modelli meteorologici sempre più imprevedibili. La didattica in sede è stata sospesa nelle aree più a rischio anche per ovviare danni in termini di incolumità al personale ed agli studenti in viaggio verso gli edifici ad all’interno degli stessi.
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