Preoccupante frenata delle somministrazioni dei vaccini, secondo la Fondazione Gimbe. Ad oggi, infatti, solo 3 anziani su 100 hanno completato la vaccinazione anti Covid e “la continua revisione al ribasso delle forniture, in soli 2 mesi, ha quasi dimezzato le dosi previste per il primo trimestre 2021, che sono precipitate da 28,3 a 15,7 milioni”. A metterlo in luce, come anticipavamo, è il nuovo monitoraggio della Fondazione Gimbe che sottolinea come “una riduzione di tale entità, se da un lato è imputabile ai ritardi di produzione e consegna, dall’altro risente di irrealistiche stime di approvvigionamento del Piano originale.”
Una problematica che riguarda anche le seconde dosi.
Al 24 febbraio avevano completato il ciclo vaccinale con la seconda dose oltre 1,34 milioni di persone pari al 2,25% della popolazione, ma con marcate differenze regionali: dall’1,58% dell’Abruzzo al 4,17% della P.A.
Su questo argomento Pierpaolo Sileri, sottosegretario alla Salute, nel suo intervento a L’Italia s’è desta su Radio Cusano Campus, offre delle rassicurazioni: “Il vaccino” anti coronavirus “ti protegge dalla malattia grave già con la prima dose,” sottolinea il sottosegretario.
Quanto alle strategie e alle misure per frenare il contagio, Pierpaolo Sileri ipotizza che si possa mantenere la linea adottata finora delle chiusure locali e degli stop&go, sebbene con un’attenzione particolare alle zone in cui si diffondono le varianti, che necessiteranno di misure più restrittive.
“Praticabile la via delle riaperture, perché una volta che sono protetti gli anziani e i fragili, la gente non muore più e ci sono meno ricoveri, diventa tutto fattibile,” argomenta il sottosegretario. “Si potrà ripartire con la vita quotidiana, ovviamente in un primo momento sempre con mascherine, distanza e tutte le accortezze del caso. Se la scorta di vaccini che arriva è esigua a livello europeo, è chiaro che nascono maggiori problemi. Ora serve un cambio di passo. Avere più vaccini come accadrà già a marzo consentirà una vaccinazione più importante”.
Il sottosegretario accenna anche al vaccino AstraZeneca, attualmente somministrato ai docenti e al personale scolastico fino a 65 anni, per un totale di oltre 1 milione di vaccini distribuiti secondo il portale di Ministero della Salute. Un contratto vantaggioso, quello con i fornitori di AstraZeneca, a detta del sottosegretario. “Noi dobbiamo migliorare i contratti per i vaccini, spingere le aziende a un prezzo più basso possibile – ha rimarcato – La produzione del vaccino Astrazeneca è no-profit, con un costo inferiore ai 3 euro. Bisogna lavorare per trovare una soluzione globale, le industrie devono fare accordi per una larga produzione al prezzo più basso, anche perché si tratta di vaccini che probabilmente dovranno essere modificati nel tempo.”
Ricordiamo perlatro che il vaccino AstraZeneca pone la problematica delle tempistiche della seconda dose, dato che sarebbe più efficace qualora la seconda dose si facesse a distanza di tre mesi, e non di 3 o di 4 settimane, come nel caso, rispettivamente, di Pfizer e di Moderna, come riferiamo in un altro pezzo.
Nell’intervista della corrispondente da Roma della Tecnica della Scuola Jessica Saccone, il punto della situazione sulle vaccinazioni del personale scolastico. Ecco cosa dicono i docenti, anche in merito alla seconda dose.
Negli ultimi giorni 25 zone rosse su 5 regioni, una preoccupazione importante che fa tornare anche il Ministro Speranza sulla questione urgenza vaccini, affinché l’emergere delle varianti non condizioni la campagna vaccinale. Il Ministro Speranza: “misure restrittive indispensabili”, pur nella consapevolezza che comporteranno sacrifici. La bussola nella scrittura del nuovo Dpcm sarà “il principio di tutela e salvaguardia del diritto fondamentale alla salute”, perché “non ci può essere vera crescita, senza sicurezza sanitaria.”
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