Sul sito di Friday for Future Italia è riportato un elenco di città (a cui se ne potrebbero aggiungere altre) in cui nella giornata del 6 ottobre sono organizzate manifestazioni per il clima, alle quali è prevista la partecipazione non soltanto degli studenti.
In una pagina web del suddetto sito vengono spiegati i motivi dello sciopero per il clima: “Scioperiamo perché c’è ancora tempo per cambiare, ma il tempo è essenziale. Prima agiamo, migliore sarà il nostro futuro condiviso. Scioperiamo perché noi ragazzi e ragazze, lavoratori e lavoratrici, non siamo seduti ai tavoli dove vengono prese le decisioni per il nostro futuro e per quello dei nostri figli. Scioperando possiamo far sentire la nostra voce, possiamo fare pressione affinché gli scienziati che da anni ci mettono in guardia vengano ascoltati”.
Nel comunicato c’è anche scritto che “nell’accordo di Parigi del 2015, i paesi si sono impegnati a perseguire sforzi ambiziosi per limitare l’aumento della temperatura globale ben al di sotto di +1,5°C. Livelli più elevati di riscaldamento stanno causando ondate di calore peggiori, più siccità e inondazioni e un aumento del livello del mare”.
Il movimento si batte per preservare gli equilibri e le risorse del pianeta, prima fra tutte l’acqua, proponendo alcune soluzioni per garantire maggiori difese naturali ai fenomeni estremi, tra cui: ridurre i consumi, ripristinare gli alvei originari dei fiumi, tutelare e promuovere la salute del suolo, favorire l’assorbimento dell’acqua nel suolo, spingere la forestazione, ripristinare i fondi del Pnrr per il dissesto idrogeologico.
Ricordiamo che il movimento internazionale Fridays For Future si è sviluppato sulla scia dell’iniziativa dell’attivista svedese Greta Thunberg, che organizzò, allora quindicenne, nell’estate del 2018 un’azione di protesta sedendosi per diversi giorni fuori dal Parlamento svedese con un cartello sul quale era riportata la scritta “Skolstrejk för klimatet” (“Sciopero scolastico per il clima”), continuando poi con gli “scioperi del venerdì contro il cambiamento climatico”. Ed ora sono tantissimi gli studenti e i cittadini di ogni età in tutto il mondo che continuano unirsi partecipando alla protesta, come testimoniato in occasione del “Global climate strike” del 3 marzo scorso, quando vennero programmati centinaia di appuntamenti in vari Paesi.
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