Oggi, 23 settembre 2022, è andato in scena il primo sciopero dell’anno scolastico in occasione dello Sciopero Globale per il Clima lanciato da Fridays For Future, come abbiamo anticipato. Le principali tematiche portate avanti dai protestanti sono state, ovviamente, il cambiamento climatico, la guerra, le elezioni alle porte e l’alternanza scuola lavoro. Come riporta l’Ansa, sono oltre 70 le città italiane che hanno ospitato manifestazioni.
Questo è ciò che riporta il cartello sul fronte del colorato risciò che apre il corteo dei Fridays for Future a Milano. Sono 10mila coloro che hanno manifestato, partiti questa mattina da largo Cairoli, di fronte al Castello Sforzesco. Sono prevalentemente studenti, ma anche alcune famiglie. I loro cartelli denunciano: ‘Se non ora, quando? Se non noi, chi?’; ‘Agenda climatica ora’; e ancora ‘Basta guerra, alternanza e disastri ambientali’.
Tra le proposte dei seguaci di Greta Thunberg ci sono trasporti pubblici gratuiti, l’azzeramento delle bollette per i consumi di base delle famiglie, lavoro per tutti con un sistema di Job guarantee, la trasformazione di Cassa Depositi e Prestiti in una banca verde di Stato, il divieto di progetti legati alle fonti fossili e di voli privati, un taglio drastico alle spese militari e una Paperoniale sui grandi portafogli finanziari.
Il corteo a Milano si è fermato in piazza Velasca, nei pressi della sede di Assolombarda, per ricordare le vittime Giuseppe Lenoci, Lorenzo Parelli, e Giuliano De Seta, l’ultimo morto il 16 settembre scorso in provincia di Venezia. I manifestanti hanno alzato cartelli rossi con scritte bianche: “Giuliano, Lorenzo, Giuseppe. Per ogni vittima. Contro il sistema colpevole”. Dopo un minuto di raccoglimento uno studente ha detto al megafono: “Sono stati uccisi dall’alternanza scuola lavoro e da Confindustria, che mettono a rischio nostre vite, il nostro pianeta e la nostra formazione: un sistema per cui i profitti sono più importanti delle nostre vite”.
Tra le fila della mobilitazione spiccano anche bandiere della pace. Giunti a destinazione, piazza Città di Lombardia è blindata dalle forze dell’ordine, schierate dietro le transenne. Quindi la folla si dispone a semicerchio su via Melchiorre Gioia e esulta: “Abbiamo dimostrato che nessuno può fermarci”.
“BASTA ST(R)AGE” è lo slogan che unisce tutte le proteste. “Dopo le morti di Lorenzo e Giuseppe lo scorso inverno, a cui migliaia di studenti hanno risposto mobilitandosi contro questo modello di scuola, a pochissimi giorni dall’inizio dell’anno scolastico, gli studenti si trovano ancora una volta a scendere in piazza per protestare contro la misura dell’alternanza scuola-lavoro e la morte di un altro loro coetaneo”, spiega la Fgc.
“Siamo al terzo studente morto in stage a 18 anni. Chi ha voluto l’alternanza scuola lavoro e chi ancora ha il coraggio di difenderla porta la responsabilità politica di quello che sta accadendo – afferma Simon Vial, responsabile scuola della Fgc – pur di appaltare alla scuola pubblica la formazione professionale che dovrebbero fare le singole aziende per i loro dipendenti, si mandano gli studenti a lavorare senza diritti nelle stesse condizioni che causano la morte di 3 lavoratori ogni giorno. Chiunque può capire che se oggi muoiono anche gli studenti non è fatalità, ma il frutto di precise scelte di governi piegati a Confindustria e grandi imprese. La rabbia degli studenti tornerà a riempire le piazze, oggi è solo l’inizio”.
“Lo scopo della protesta è quello di riportare la crisi climatica e le soluzioni per affrontarla, grandi assenti durante il dibattito elettorale, al centro dell’attenzione pubblica”, spiegano i portavoce dei Fff Italia. “Volete il nostro voto ma ignorate la nostra voce. Continuiamo la nostra lotta”, si legge sullo striscione che apre il corteo di Roma, in piazza della Repubblica, gremita di studenti e attivisti.
Tra le richieste degli studenti milanesi ci sono un mix energetico più pulito; rimunicipalizzazione dell’acqua; efficientamento degli edifici pubblici; trasporti gratuiti; sicurezza sul lavoro; abolizione dell’alternanza scuola-lavoro. Ma si parla anche di ius scholae, ddl Zan, violenza di genere e diritto all’aborto e sono molti i richiami all’antifascismo. Tra gli interventi c’è anche quello di un’attivista di ‘Non una di meno’.
I ragazzi in piazza hanno fatto anche un importante appello ai politici, nessuno dei quali, a quanto pare, riesce a rappresentare i loro ideali: “Le elezioni saranno una sconfitta per tutti i giovani che da anni scendono in piazza per la giustizia climatica. Non c’è nessuno che ci rappresenta. Quando ci sono i disastri li chiamano maltempo, quando scendiamo in piazza ci deridono”. Lo dice uno degli studenti che a turno prendono la parola davanti al palazzo di Regione Lombardia, destinazione finale del corteo meneghino.
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