Ciò significa che le due batterie erano scaricabili da Internet già in quelle date, beneficio di pochi eletti che hanno potuto iniziare la preparazione con quasi due mesi d’anticipo rispetto alla pubblicazione ufficiale avvenuta in data 01.09.2011.
In relazione a questo punto la sentenza del Tar del Lazio dice che le articolate osservazioni appaiono generiche ovvero soggettivamente opinabili.
Inoltre sempre la parte ricorrente sostiene che ben 976 quesiti erano errati il che dimostra come la prima fase di elaborazione dei test preselettivi è stata connotata da difetto di istruttoria e opacità in ordine alla nomina della commissione di esperti ed ai criteri di predisposizione dei quesiti riconosciuta (dal Miur) erroneità di un quinto delle domande divulgate per la preparazione alla prova preselettiva, con la tardiva correzione degli errori, per di più resa nota attraverso semplici pubblicazioni web.
Quindi i candidati che hanno avuto a disposizione poco più di 40 giorni per studiare e memorizzare la batteria dei quesiti, sarebbero stati fuorviati e costretti a studiare 1/5 delle domande sbagliate. A tal proposito la sentenza del Tar del Lazio afferma che la tesi di parte ricorrente non è condivisibile.
Ed invero osserva il collegio che la brevità del tempo occorrente ai candidati per la preparazione della prova preselettiva e la circostanza della asserita tardiva comunicazione delle indicate 900 domande risultate errate non è idonea ad invalidare la procedura e lo svolgimento della prova preselettiva dato che le asserite circostanze fattuali, correlate ad eventi anteriori allo svolgimento procedimentale della prova medesima, non riverberano sulla par condicio dei candidati posti tutti sullo stesso piano agli effetti dell’accertamento del grado di professionalità e preparazione. Pertanto sulla base di queste considerazioni il Tar anche per questi due motivi aggiunti respinge il ricorso. Per leggere per intero la sentenza
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