L’accordo tra i sindacati e il Miur sulla prossima mobilità dei docenti ha di fatto ignorato alcuni passaggi della legge 107/2015. Infatti nel comma 73 dell’art.1 della legge 107/2015 è scritto che il personale docente in esubero o soprannumerario nell’anno scolastico 2016/2017 è assegnato agli ambiti territoriali. Inoltre è spiegato anche che dall’anno scolastico 2016/2017 la mobilità territoriale e professionale del personale docente opera tra gli ambiti territoriali.
Negli accordi contrattuali tra sindacati e Miur, contrariamente a quanto previsto dalla legge, è puntualizzato che i docenti perdenti posto, potranno trasferirsi a domanda condizionata su scuola e non su ambito. Inoltre la mobilità territoriale e professionale dei docenti entrati in ruolo entro il 2014, avverrà quasi esclusivamente su scuole e solo in alcuni casi su ambiti. Infatti soltanto nei trasferimenti interprovinciali, e a partire dalla scelta degli ambiti successivi al primo, il docente entrato in ruolo entro il 2014 finirà su ambito territoriale, perché altrimenti se trasferito sul primo ambito scelto, avrà assegnata una scuola come nuova titolarità. Invece per i docenti neoassunti in ruolo nella fase B e C, si applicherà la legge 107/2015 ed in particolare la seconda parte del comma 108. In tale comma è scritto che i docenti neo immessi in ruolo da Gae con le fasi B e C del piano straordinario di assunzioni e assegnati su sede provvisoria per l’anno scolastico 2015/2016, partecipano per l’anno scolastico 2016/2017 alle operazioni di mobilità su tutti gli ambiti territoriali a livello nazionale, ai fini dell’attribuzione dell’incarico triennale. Anche i docenti neo immessi in ruolo fase B e C da concorso saranno destinati agli ambiti territoriali, ma in questo caso della sola provincia di immissione in ruolo. In buona sostanza l’ipotesi di contratto sulla mobilità, salva dagli ambiti tutti i docenti soprannumerari e tutti quelli che entrati in ruolo entro il 2014 chiedono volontariamente di trasferirsi.
Da qualche giorno circola una notizia inquietante sulla prossima mobilità dei docenti, che se confermata, provocherebbe un vero e proprio shock per molti docenti.
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Si tratta del fatto che potrebbe esserci una clamorosa bocciatura da parte della Funzione Pubblica riguardo l’ipotesi del contratto di mobilità firmato il 10 febbraio dai sindacati ( esclusa la Gilda degli insegnanti). Cosa accadrebbe se la Funzione Pubblica bocciasse realmente l’ipotesi di contratto della mobilità 2016/2017? Il Miur sarebbe costretto a correggere diversi punti del contratto, come ad esempio l’art.3 comma 1 in cui è scritto: “A decorrere dall’anno scolastico 2016/17 il personale che partecipa alle operazioni di mobilità è assegnato agli ambiti territoriali di cui all’art. 1 comma 66 della legge 107/15, fatto salvo quanto previsto dai successivi commi”.
Alcuni dei successivi commi in contrasto con la legge 107/2015 verrebbero immediatamente abrogati, come ad esempio il comma 2 che invece prevede : “ Il personale immesso in ruolo entro l’anno scolastico 2014/15 partecipa alla mobilità per acquisire la titolarità in una scuola degli ambiti della provincia di attuale titolarità “. L’ipotesi di contratto di mobilità è dal 10 marzo nelle mani della Funzione Pubblica che dovrà decidere se è lecito derogare ,per un solo anno scolastico, la legge 107/2015. Intanto gli occhi sono puntati su questa decisione, c’è chi scommette che la Funzione Pubblica non farà scherzi, ma c’è anche chi è assolutamente certo che la clamorosa bocciatura è pronta per la prima decade di aprile.