Attualità

Fuori dalla scuola, ma tanti lo erano già prima del Covid-19

Ora che tutti gli studenti stanno fuori dalla classe, per causa del virus, forse occorre pure riflettere su coloro che “dentro” non ci sono stati nemmeno prima.

Chi ha bisogno di sostegno

A cominciare di tanti ragazzi con problemi d’inclusione e che quindi hanno bisogno di docenti di sostegno in grado di accompagnarli in maniera adeguata alla loro diversa necessità di scuola e dunque di un luogo dove ciascuno impara a stare e a collocarsi nel mondo.

Chi abbandona

E continuare coi tanti ragazzi che interrompono il loro rapporto con la scuola, preferendo disperdersi o per loro precisa scelta o per richiesta della famiglia o perché, non trovando a scuola la loro ansia di riscatto, preferiscono chi la offre più facilmente, alitando quelle sicurezze che lo Stato non riesce a dare.

Chi arranca

E continuare ancora con coloro che vengono a scuola per non essere del tutto esclusi, ma che mantengono un rapporto conflittuale, rancoroso con l’istituzione scolastica che non li capisce e non li cura, accogliendoli col broncio o con sufficienza o con snobismo.

La sospensione delle lezioni e le difficoltà di chi è già in difficoltà

Al tempo del coronavirus (frase che ormai sta diventando luogo comune per la sua affiliazione al “tempo del colera” di Garcia Marquez) la sospensione delle attività didattiche purtroppo pone più a rischio questi ragazzi che tutti gli altri, quelli che tentano di resistere nonostante tutto e quelli con difficoltà non solo economica ma anche psicofisica.

Se esclude già quando è aperta

E allora se già la scuola quando è aperta esclude, come esclude sia quel 15% di dispersione (coi picchi ben noti del Mezzogiorno) e sia quei ragazzi con  seri problemi, la scuola chiusa e lezione on line rischia di esserlo altrettanto.

E tuttavia, nella grandi enfasi di queste lezioni on line e della didattica a distanza di questi esclusi pochi parlano.

Scrive l’esperta su Vita.it:“Nella scuola, lo spazio e il tempo, il rapporto con gli adulti educatori e i compagni sono determinanti per l’apprendimento di contenuti e modelli di vita. La sospensione della scuola, quindi, ci interroga tutti. Ci chiede di trovare risposte adeguate e sperimentare soluzioni creative che siano inclusive di tutti gli studenti e non lascino nessuno indietro. Di questo si deve occupare chi fa didattica. A questo, chi si occupa di educazione, non può derogare. Cosa dobbiamo fare in questi giorni lo sappiamo: non andare a scuola. Cosa possiamo fare per educare chi ha la connessione internet e adulti accanto che lo sostengono e seguono, e chi invece non è seguito, non ha internet o non ce la fa da solo, dobbiamo scoprirlo”.

Pasquale Almirante

Articoli recenti

Mobilità 2025-2028, che punto è la trattativa? Quali novità sulle precedenze? Risponde l’esperto

Continuano in modo frenetico gli incontri tra organizzazioni sindacali firmatarie del CCNL 2019/2021 e i…

22/11/2024

L’insegnante aggredita da 30 genitori è indagata: “Atto dovuto”. Lei replica: “Non verrà fuori nulla di compromettente”

L'insegnante di sostegno che è stata aggredita da una schiera di trenta genitori inferociti è…

22/11/2024

Giornata nazionale per la sicurezza nelle scuole: Valditara ricorda le vittime e rinnova l’impegno delle istituzioni

“Nella Giornata nazionale per la sicurezza nelle scuole, il mio pensiero commosso va alle vittime…

22/11/2024

Susanna Tamaro: “L’uomo è complesso e l’algoritmo è rozzo. Educazione e selezione delle persone devono starne fuori”

La scrittrice Susanna Tamaro, in un'intervista rilasciata a Il Corriere della Sera, ha fatto una…

22/11/2024

Riconoscimento anno 2013 per i docenti ed il personale ATA: come ottenerlo

La recente sentenza della Corte di Cassazione del 11 giugno 2024 ha aperto una significativa…

22/11/2024

Educazione civica e consumismo: la storia del cartello “Phoebus” e l’obsolescenza programmata

È bene diffidare di chi vede complotti ovunque. Eppure qualche complotto esiste: i giovani vanno…

22/11/2024