Recentemente il TAR del Lazio con la sentenza n.. 770/2021, condividendo le argomentazioni difensive svolte in favore di una docente diplomata magistrale inserita in Gae a pieno titolo per idoneità a concorso abilitante nonché rappresentante dell’intero “Movimento Difesa delle Gae”, ha respinto nel merito il ricorso proposto in quella sede giudiziaria dai circa 3000 docenti D.M. non abilitati.
Respingendo il ricorso dei 3000 docenti D.M. i giudici del TAR Lazio hanno ritenuto irrilevante l’intervenuta stipula, nelle more del giudizio, del contratto di lavoro a tempo indeterminato da parte dei predetti ricorrenti e la richiesta di dichiarare cessata la materia del contendere.
Parimenti i giudici del Tar hanno, altresì, respinto (ritenendola priva di nuovi e validi motivi di rimessione) la richiesta delle ricorrenti docenti D.M. di voler rimettere nuovamente la controversia innanzi all’ Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato.
Sempre con la predetta sentenza i Giudici del TAR Roma hanno, conseguentemente, precisato che spetta al Ministero dell’Istruzione ‘’valutare il comportamento da tenere alla luce dell’esito del presente giudizio in forza di specifica clausola contrattuale ovvero in mancanza di clausola contrattuale, attraverso i poteri di autotutela di cui è titolare’’.
Alla luce della sentenza definitiva di rigetto decade, pertanto, l’ordinanza cautelare provvisoria nonché tutti i presupposti di legge che avevano consentito alle ricorrenti docenti D.M. non abilitati di rimanere, sino ad oggi, sia in ruolo e/o in GAE.
Pertanto, spetterà al Ministero dell’ Istruzione provvedere al ripristino della legalità liberando sedi di servizio in favore delle docenti diplomate magistrali inserite in Gae a pieno titolo per idoneità a concorso abilitante, (come la rappresentate legale del Movimento Difesa Gae interventrice nel predetto giudizio) conferendo alle stesse il ruolo con la relativa retrodatazione giuridica e, nel contempo, depennando i docenti D.M- non abilitati dalle GAE ancora illegittimamente inseriti con riserva.
Non è da escludere la richiesta di risarcimento, da parte delle docenti inserite in Gae a pieno titolo, oltremodo danneggiate dall’annosa vicenda, costrette a ingenti spese processuali e ai disagi conseguenti la mancata assunzione a tempo debito.
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