Se gli studenti fuorisede, non potendo frequentare l’università, sono a casa e seguono le lezioni a distanza coi loro professori, perché mai devono pagare l’affitto? In altre parole, considerata l’emergenza sanitaria, perché pagare una abitazione vuota? «Abbiamo lasciato liberi gli appartamenti prima del lockdown, perché molte Università hanno chiuso a fine febbraio, pensando di riaprire poco dopo, cosa che non è avvenuta. Chiediamo solo che i proprietari d’immobile prendano a cuore la nostra condizione di studenti costretti a casa, tutto il giorno davanti ad un monitor senza avere idea di quando si potrà tornare alla normalità, e rientrare fisicamente nelle aule delle nostre facoltà».
«Quando sono rientrata a casa non immaginavo che sarebbero stati vietati gli spostamenti. Ho messo poche cose in valigia, molti libri di testo sono rimasti là. Passo le giornate collegata per seguire le lezioni a distanza, e tra poco dovrebbero cominciare gli esami».
Intanto, pubblica Il Messaggero, la singola protesta si sta trasformando e sta diventando «Il comitato degli studenti fuori sede» che chiede aiuto allo Stato affinchè provveda in qualche modo.
«Nessuno di noi vorrebbe perdere la casa che ha scelto, soprattutto nessuno di noi vorrebbe abbandonare gli studi, perché il rischio si corre se non si fa sistema».
Fra l’altro, fanno sapere gli studenti: «Nessun contratto contiene una clausola Covid-19 ironizza perciò so che posso smettere di pagare solo dando disdetta, ma non mi sembra giusto né per me né per la padrona di casa, non arrivare ad un accordo. Lo Stato va in soccorso di tutte le categorie sospendendo i mutui, ecco, visto che si tratta di una situazione straordinaria, io e molti miei compagni chiediamo che gli affitti ci vengano sospesi per tutta la durata dell’emergenza sanitaria».
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