Ci sono voluti tre anni di indagini, inchieste, accertamenti, interrogati e udienze (e forse altrettanti ce ne vorranno perché la vicenda si concluda del tutto) ma finalmente arrivano i primi risultati.
Proprio nei giorni scorsi, ad Agrigento, il tribunale ha emesso le prime sentenze di condanna e ha rinviato a giudizio decine e decine di docenti, ata, medici e funzionari.
Nella provincia siciliana il problema era noto da anni e in più circostanze aveva sollevato persino le proteste di altri docenti che non riuscivano ad ottenere il trasferimento in quanto sistematicamente dai “beneficiari” della legge 104.
Clamorosa fu la protesta dell’estate 2015, ripetutasi nell’estate successiva, quando i docenti a Ata occuparono la sede del Provveditorato agli Studi di Agrigento.
In passato la nostra testata era intervenuta più di una volta sull’argomento scatenando anche le rimostranze di docenti appartenenti al fronte del “NO-107” secondo cui articoli del genere sarebbero serviti solamente a ridurre i diritti garantiti dalla legge 104.
Ma il tempo, si sa, è galantuomo è adesso, anche se con molta fatica, la verità viene a galla: da Agrigento arrivano condanne e, soprattutto, viene accolta la tesi della Flc-Cgli che si è costituita parte civile ottenendo i primi risarcimenti di danni.
In altre parole viene ribadito il principio, che la nostra testata aveva evidenziato fin da subito, per cui i “furbetti” non solo truffano lo Stato ma creano un danno esistenziale e patrimoniale agli Ata e ai docenti onesti.
“Ci auguriamo che questa sentenza – commenta la Flc-Cgil di Agrigento – possa essere da argine agli abusi che si sono perpetrati e che tutti, specialmente il personale della conoscenza che fa dei valori morali ed etici il suo principio fondante e di legalità, possa serenamente continuare a svolgere il proprio ruolo sociale e istituzionale sapendo che non si è soli ma che esiste un’organizzazione sindacale che lotta al loro fianco nella difesa dei diritti”.
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