Dopo quello dei Comuni, è la Scuola il comparto pubblico dove si licenzia di più per assenze ingiustificate o comportamenti scorretti reiterati: in un anno licenziati 71 docenti e Ata “furbetti”, per assenze ingiustificate e scorrettezze gravi.
In tutto, ammonta a 324 il numero di lavoratori pubblici licenziati nel 2017. I dati, raccolti dal ministero della Pubblica Amministrazione, non sembrano confermare il cambio di tendenza sperato dagli ultimi governi: è vero che i licenziati della PA sono venti in meno rispetto al 2016 (-6%), , ma, commenta l’Ansa, sono “molti di più a paragone con gli anni precedenti, quando il bilancio non oltrepassava mai la soglia dei trecento”.
“Se però si guarda alla causa, aumentano a 55 gli espulsi per avere passato il badge al tornello per poi andarsene a casa, o a fare shopping o ancora sport, come raccontano le cronache degli ultimi tempi. D’altra parte nel frattempo, da metà 2016, è partita la stretta Madia per i furbetti colti in flagrante. La prova schiacciante, come una ripresa video, permette di percorrere una via accelerata, da chiudere entro un mese. Ecco che, secondo il conto aggiornato dal dipartimento della funzione pubblica, da quando sono entrate in vigore le nuove regole i licenziamenti lampo sarebbero stati 40”.
Lo scorso anno, “a collezionare più licenziamenti sono stati i comuni (77), seguiti a poca distanza da scuola (71), ministeri e agenzie (68) e Asl (64)”.
L’alto numero della scuola non deve comunque ingannare: il comparto, infatti, detiene di gran lunga il numero maggiori di dipendenti (quasi un milione e 200mila), quindi in proporzione il numero di licenziati, nella categoria docenti e Ata, si può ritenere tutto sommato più basso che in altri settori.
Sui motivi del licenziamento, rispetto al 2016 si triplicano quelli per ‘doppio lavoro’ (da 6 a 18). Invece, scendono tutte le altre tipologie, soprattutto per via dei reati, passati da 117 a 80.
“Un po’ in calo anche i ‘cartellini rossi’ per cattiva condotta (72). E lo stesso vale per i travet mandati via dopo assenze ingiustificate (99) ma, sommando questi casi alle ‘false presenze’, dietro sempre assenteisti ci sono, ecco che la somma sale a 154 (dieci in più rispetto al 2016)”.
Complessivamente, “i procedimenti disciplinari avviati, che possono finire con il semplice richiamo o, come conseguenza estrema, con la cessazione del rapporto di lavoro, sono stati 8.576. Quelli già conclusi sono il 66% (1.300 sono partiti solo a dicembre). Di questi il 26% si sono tradotti in punizioni di peso, tra cui le sospensioni dal servizio, che calano in maniera netta, di oltre un terzo. Non sempre però a una contrazione delle sospensioni corrisponde una diminuzione dei licenziamenti, accade così per i furbetti del cartellino e per chi svolge un lavoro extra non autorizzato. Segnale che o gli episodi sono stati più clamorosi del passato o la censura più stringente”.
Intanto, la “stretta” contenuta nella riforma Madia sta producendo i primi effetti: di recente, è stato stretto un accordo con la Guardia di Finanza per effettuare controlli a campione. I furbetti sono avvisati.
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