Annamaria Furlan, segretaria generale della Cisl, sul tema dei vaccini ha assunto una posizione forte e chiara: prima è meglio informare, persuadere, concordare protocolli condivisi, ma se tutto questo non basta è necessaria una legge che imponga l’obbligo di vaccinarsi.
Il motivo è semplice. Già da un po’ si discute se il datore di lavoro possa licenziare il dipendente che rifiuta il vaccino anti Covid, considerato un presidio indispensabile per proteggere la salute propria e altrui nei luoghi di lavoro. C’è chi sostiene apertamente questa possibilità sulla base della legislazione vigente, come il giurista Pietro Ichino e l’ex magistrato Raffaele Guariniello.
Tuttavia, dal punto di vista sindacale questo non sarebbe accettabile. E la Furlan mette le mani avanti “Se una legge non stabilisce l’obbligo di vaccinarsi, allora nessun datore di lavoro può arbitrariamente decidere il licenziamento”. L’ha detto ieri in una intervista a Repubblica, e oggi lo ha ripetuto al TGcom24 nel corso di uno speciale sui vaccini.
Al momento il vaccino anti Covid è facoltativo, ma il problema si pone urgentemente nel settore sanitario e per chi lavora nelle residenze per anziani, dove le aziende considerano indispensabile la somministrazione a tutto il personale. Abbiamo notizie di cronaca che già qualcuno abbia previsto delle sanzioni. Cominciano i primi provvedimenti, e di conseguenza potrebbero partire anche i primi contenziosi. Va detto che anche il personale della scuola può essere presto inserito nelle categorie prioritarie e trovarsi nella stessa situazione.
“Bisogna evitare liti e carte bollate”, dice la Furlan, che preferisce la via dei protocolli concordati fra imprese e sindacati, come quelli marzo. Allora il vaccino non era neppure all’orizzonte, ma oggi potrebbero essere aggiornati. “Propongo di ripercorrere quel cammino di dialogo tra le parti sociali, nel privato come nel pubblico impiego. Gli accordi però sono la strada per prevenire i conflitti. Sono poi le istituzioni che si devono assumere le loro responsabilità. Il Parlamento legiferi subito”.
La Furlan insiste sull’importanza di un’incisiva campagna di vaccinazione per tutta la popolazione e di accordi sulla sicurezza nel lavoro che prevedano il vaccino. “Favoriremo le vaccinazioni in aziende, fabbriche, uffici. Inoltre datori di lavoro e sindacati daranno vita, spero, a una campagna di informazione che l’intero sistema dei media dovrebbe sostenere. Facciamo anche nostra la proposta del presidente di Confapi (la piccola e media impresa) perché entrino in campo procedure accelerate utilizzando perfino i medici del lavoro. Il fattore tempo, essenziale, impone di mettere in sinergia la sanità pubblica e quella privata.”.
Però, se necessario, governo e parlamento devono promuovere una legge sull’obbligo vaccinale: “non sarebbe per nulla scandaloso se, davanti ancora oggi purtroppo a centinaia di morti quotidiani, ci fosse una legge che renda anche obbligatorio, qualora necessario, il vaccinarsi. L’obbligo della vaccinazione può essere stabilito solo da una legge. Credo che sia il momento di ritenerla assolutamente opportuna”.
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