“I terremoti sono fenomeni naturali, dovremmo preoccuparci se non ci fossero. Nei Comuni mancano i piani di emergenza, la gente muore perché sta in strada e non è informata”.
E Gabrielli insiste molto sul tema cultura e prevenzione: “I piani di Protezione civile nei Comuni mancano o non sono aggiornati. Oppure, altrettanto grave, non sono proprio conosciuti. Del resto, in campagna elettorale e non solo il tema non conta, ci si pensa sempre quando si deve fare il conto dei danni”.
Nella stessa L’Aquila, ricorda il prefetto Gabrielli, “manca tuttora un serio piano di Protezione civile, l’Abruzzo claudica ancora. Nemmeno le tragedie riescono a sensibilizzare”.
In tutto questo esiste anche un problema di pura informazione, considera il numero della Protezione civile rispondendo alle diverse domande dei ragazzi in aula: “Sì, anche a scuola a volte le informazioni mancano ma in fondo sui media ci sono tutte: basta saperle reperire”.
E infatti sono oltre 24 mila le scuole che si trovano in aree a elevato rischio sismico e circa 6.250 quelle che sorgono in aree a forte rischio idrogeologico, ma a quanto pare poco o nulla viene fatto per scongiura un possibile sconvolgimento di vite umane,
qualora
la terra ruggisse in orario scolastico, mentre le domande di tanta ignava inefficienza ci sono tutte. Ma lo sport dialettico della politica è ben altro.
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