GaE, bonus per i docenti: trasferirsi di provincia o no?
L’aggiornamento della graduatorie ad esaurimento prevede la possibilità di spostarsi col proprio punteggio, naturalmente, (dopo le ben note vicende delle code incostituzionali) con inserimento a pettine, in una nuova provincia. Decisione gravosa, drammatica per molti docenti i quali convivono ormai da anni con una legislazione caotica e spesso dominata da provvedimenti contraddittori.
Partiamo dalla Lega Nord che ha mal digerito il mancato congelamento delle graduatorie permanenti, che sono quelle dalle quali verrà fatta la prima tranche di assunzioni. Il D.L. “Prime disposizioni urgenti per l’economia”, meglio conosciuto come D.L. “Sviluppo”, dovrà essere convertito in legge entro il 12 luglio prossimo e gli esponenti della Lega, con il responsabile scuola Mario Pittoni, non hanno perso tempo, predisponendo un emendamento da presentare alla Camera che interviene sui punteggi per le graduatorie in corso di aggiornamento.
La parola d’ordine è bonus. La proposta prevede, infatti, per il docente che non chiede il trasferimento in graduatoria di altra provincia, oppure che lo revochi, un premio sostanzioso: ben 40 punti. Una sorta di premio fedeltà che ha immediatamente scatenato le polemiche dei tanti gruppi di precari che si sono battuti, anche in tribunale, per ottenere l’inserimento a pettine nelle graduatorie di altre province.
Insomma Pittoni è come se dicesse che chi resta nella sua provincia ci guadagna. Ma è possibile prevedere addirittura un vincolo di permanenza? La proposta non è in odore di incostituzionalità? Così ha già ritenuto il Tar Trento che ha dichiarato non manifestamente infondata l’illegittimità costituzionale del bonus previsto dalla Provincia di Trento in favore degli insegnanti “indigeni”: "E’ rilevante e non manifestamente infondata la questione d’illegittimità costituzionale del comma 8 dell’art. 67 della L.p. n. 19 del 2009 per violazione degli artt. 97 e 3 Cost., posto che la sede di svolgimento del servizio non potrebbe depotenziare i titoli di studio e di esperienza dell’insegnante; degli artt. 3, 4 e 120 Cost., in quanto sarebbe per tale via ostacolata la libera circolazione del personale insegnante fra le regioni; degli artt. 117 Cost. e 149 e 150 del trattato U.E., nonché del canone generale di ragionevolezza delle leggi, visto l’elevato punteggio attribuito in via retroattiva in ragione della sola continuità di servizio in Provincia di Trento".
Secondo Pittoni il bonus, invece, garantisce la continuità del servizio scolastico e aggiunge: "Accanto, e forse prima, dei diritti dei lavoratori ci sono infatti i diritti dell’utenza cui, nel rispetto degli articoli 33, 34 e 97 della Costituzione, va garantita la miglior qualità possibile del servizio che, come è pacificamente riconosciuto, presuppone stabilità nel rapporto fra studenti e docenti".
Poi Pittoni aggiusta il tiro e, con spiccata arte della sottigliezza, afferma: “Il bonus per chi resta nella propria graduatoria provinciale non è illegittimo perché non è un punteggio di servizio. Non ho mai pensato a un bonus per servizo, ho invece redatto una normativa che all’art. 4 premia con un punteggio aggiuntivo non chi ha prestato un servizio in un certo posto, ma chi decide di rimanere dov’è”.
Insomma la libera circolazione su tutto il territorio nazionale, sancita dalla nostra Costituzione, non è messa in dubbio dall’emendamento della Lega: “Il bonus che ho ideato vale per tutti e non solo per chi svolge un servizio in una certa zona: vale al Nord ma vale anche al Sud, dove leggo di precise preoccupazioni espresse da docenti che temono di essere scavalcati da colleghi di province limitrofe. Il secondo motivo è che la Costituzione tutela tanti diritti e vari valori che vanno coordinati tra loro”.
D’altronde Pittoni ricorda che un meccanismo premiale simile esiste già: “Il Contratto Collettivo Nazionale Integrativo prevede per i trasferimenti a domanda dei docenti un punteggio aggiuntivo come segue: 6 punti per il servizio prestato continuativamente nella stessa scuola negli ultimi tre anni; 2 punti per ogni ulteriore anno di servizio entro il quinquennio; 3 punti per ogni ulteriore anno di servizio oltre il quinquennio; 10 punti una tantum per coloro che per un triennio (dal 2000/2001 al 2007/2008) non si siano trasferiti in altra scuola”.
A questa idea si contrappone una proposta opposta, caldeggiata dall’Anief, un sindacato che ha lottato strenuamente per l’inserimento a pettine. In un’intervista Marcello Pacifico, presidente dell’Associazione, provocatoriamente afferma: “Se dovesse passare un’idea del genere, sarebbe plausibile assegnare un bonus di 60 punti per chi deciderà di trasferirsi, come indennità di servizio, visto che le graduatorie saranno valide per 3 anni e considerato che nella scelta di trasferirsi bisogna mettere in conto che si potrebbe per tale periodo non prestar servizio, con l’aggravante di essere rimasto lontano dalla provincia di residenza e dagli affetti. Anzi, il punteggio potrebbe rimanere valido anche nel caso in cui si avesse una supplenza, quale indennizzo per le spese affrontate perché costretti a spendere metà stipendio in contratti di affitto e a vivere in situazioni spesso disagiate”.
Mi sposto o no? A colpi di bonus ognuno tira acqua al proprio mulino. Speriamo in un buon macinato.