I docenti che hanno ritardato l’aggiornamento del punteggio per la GaE, non possono essere esclusi dalla graduatoria. Lo stabiliscono due sentenze dei Tribunali di Palermo e Napoli.
Le vicende su cui si fondano le sentenze sono le stesse, ovvero trattano il caso di docenti iscritti in GaE depennati dalla graduatoria perché non hanno aggiornato il loro punteggio nei tempi stabiliti dal dm 44/2011.
Come riporta anche Italia Oggi, i giudici hanno accolto i ricorsi in quanto si ritengono ancora vigenti le previsioni normative della legge 143/2004, che consentono al docente che non ha presentato domanda di aggiornamento della propria posizione in graduatoria di poter essere reinserito al successivo aggiornamento, previa presentazione di domanda di inclusione.
Quindi, pare che i giudici di Palermo e Napoli, abbiano seguito l’orientamento della Suprema Corte di Cassazione, che giudica illegittimo qualsiasi depennamento dovuto all’omissione dell’aggiornamento.
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A guidare la Corte è l’interpretazione della legge 296/2006, che da un lato prevede l’esclusione dalla graduatoria in caso di mancato aggiornamento, perché indicherebbe la mancanza di volontà nel permanere in graduatoria, dall’altro però deve ritenersi che il docente che già figura nelle GaE non sia tenuto obbligatoriamente a riaffermare una volontà che egli ha già espresso, a pena di effetti dannosi come l’esclusione dalla graduatoria stessa.
Quindi le sentenze di Palermo e Napoli riaffermano il concetto dell’illegittima esclusione dalla GaE per i sopracitati motivi.
Certamente, non è giusto mantenere iscritto un candidato nelle graduatoria permanente se questi non ha più interesse a restare, ma è altrettanto sbagliato escludere dalle GaE senza il consenso del diretto interessato, soluzione illegittima quindi per Corte.
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