La tegola dei diplomati magistrale fuori dalle GaE cade addosso alle scuole primarie e dell’infanzia del Piemonte, che dopo i numeri sui pensionamenti, si trovano con un numero di docenti in GaE insufficiente per coprire i posti vacanti. Per questo l’Università di Torino potrebbe giocare un ruolo importante nei prossimi anni.
Infatti, l’ateneo sta cercando di implementare il numero di iscritti per il corso di laurea in scienze della formazione primaria, in modo tale da assicurare quanto meno un numero di docenti pronti alle supplenze maggiore: “nei prossimi anni cercheremo di aumentare le immatricolazioni di 50-100 posti — spiega la prorettrice Elisabetta Barberis su Repubblica.it — ma per avanzare questa richiesta occorre dimostrare che siamo pronti ad accogliere un numero maggiore di studenti. Per questo stiamo investendo per ampliare gli spazi di Savigliano e soprattutto siamo al lavoro per trasferire una parte degli studenti nel nascente polo universitario della Certosa di Collegno.”
Inoltre, la prorettrice aggiunge che “stiamo investendo anche per dare al corso di laurea un numero maggiore di docenti, compatibilmente con il fatto, però, che anche da noi il turnover è negativo e il numero di coloro che escono dall’università è superiore ai nuovi ingressi. Per Scienze della formazione stiamo facendo molti sforzi, ma soprattutto ci aspettiamo che il prossimo anno il turnover vada in pareggio”.
Il numero di docenti disponibili per coprire i posti nella regione piemontese resta quindi un grosso problema e le conseguenze della sentenza del Consiglio di Stato sui diplomati magistrale non farebbero altro che appesantire la situazione già di per se complicata.
Infatti, non dimentichiamo, che la maggiore concentrazione di diplomati magistrale in GaE con riserva è al Nord, e le scuole piemontesi erano riuscite a “sistemarsi” in molti casi proprio con i diplomati. Adesso questi saranno dal prossimo anno retrocessi in seconda fascia di istituto e potranno sicuramente essere chiamati come supplenti, ma anche in questo caso, a detta dei dirigenti di infanzia e primaria della regione, i numeri non sono elevati o comunque non sono sufficienti, tanto che in alcuni casi le scuole hanno contattato studenti di secondo anno di scienze della formazione primaria per le supplenze, proprio per la difficoltà di reperire docenti anche dalle graduatorie di istituto.
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