“La Costituzione prevede che il ricorso al decreto-legge sia giustificato da situazioni di comprovata necessità e urgenza. Non era questo il caso, così come in altre cento occasioni precedenti. È l’ennesima dimostrazione che il nostro meccanismo istituzionale non funziona. Tra l’altro giudico inquietante la tendenza di ogni ministro dell’Istruzione a smontare ogni volta quanto fatto dal suo predecessore, senza lasciare alla scuola il tempo necessario perché le nuove regole si sedimentino. Sembra che in ciascuno prevalga la smania di lasciare una traccia del proprio passaggio con una legge che porti la sua firma”.
Tanto per cominciare, sottolinea Galan, parlando con il giornalista de “lanotiziagiornale.it”, il decreto è un meccanismo abusato e non gli piace affatto.
E poi cercare soldi, 470 milioni di euro, con l’aumento delle accise sugli alcolici è “l’ultima cosa di cui abbiamo bisogno. Mi batterò perché le risorse vengano trovate nella maniera opposta: attraverso tagli alla spesa pubblica. Non mi sorprende che il Pd rivendichi questo decreto come una sua vittoria, cercando così di bilanciare il successo che il Pdl ha ottenuto con l’abolizione dell’Imu. Si tratta di un caso emblematico che spiega benissimo la differenza insanabile tra statalisti e liberali: loro pensano di dare felicità con uno Stato sempre più forte e aumentando le tasse, noi crediamo invece nella liberazione dei cittadini dallo Stato oppressivo e vorace”.
E infatti sui finanziamenti alle scuole private, Galan parla chiaro: “Si è persa un’altra grande occasione. A sinistra restano convinti che statale sia bello per definizione. Una perversione ideologica che ha portato a un aumento smisurato delle spese”. E infatti, dice il presidente della commissione cultura, questo testo vuole favorire i precari e non gli studenti:”Questo testo, molto di sinistra, è stato costruito in accordo con i sindacati guardando alle esclusive esigenze dei lavoratori precari. Assistiamo all’ennesima informata di migliaia di insegnanti, senza alcuna valutazione preventiva e individuale delle loro qualità professionali. In questo modo il merito non trova casa nella scuola. E non vi è alcuna traccia del principio liberale per cui l’investimento segue lo studente. Qui si ribadisce semmai la costrizione del ragazzo al modello d’istruzione impostogli dallo Stato. Nel decreto Carrozza ritrovo solo lo spirito dei tempi di Cirino Pomicino, che alla vigilia delle elezioni decise di aumentare di uno sproposito lo stipendio degli insegnanti”. Come centro destra, specifica Galan “abbiamo commesso molti errori. Però quand’ero governatore del Veneto ho fatto approvare una legge che concede alle famiglie un buono scuola spendibile dove meglio preferiscono”, che però come Governo della Nazione nel 1994 “non ce l’abbiamo fatta, perché ce lo hanno impedito i burocrati ministeriali”.
In ogni caso Galan spera che il decreto Carrozza subisca “miglioramenti” in fase di discussione parlamentare, mentre è convinto (ma lo siamo anche noi- ndr) che “con la sinistra, sull’istruzione e su molto altro, abbiamo idee ontologicamente inconciliabili. Mi consolo con la certezza che queste larghe intese prima o poi finiranno”.
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