Ieri abbiamo riportato le parole del docente e scrittore Enrico Galiano, pubblicate su Facebook, che ha raccontato un aneddoto riguardante sua figlia di sei anni.
Galiano risponde alle critiche
Ecco il post: “Porto mia figlia a scuola e, non so come, si finisce a parlare di latino. Le dico che se vuole glielo potrò insegnare un po’ io, così arriverà più preparata in caso, quando sarà il momento. E lei: “No, perché così sarebbe come imbrogliare. Non è giusto arrivare che sai più degli altri, bisogna essere tutti allo stesso punto! Ecco. Posso dire che ha capito più lei di scuola che tutti i ministri dell’istruzione che ho conosciuto in questi anni”. Insomma, il docente ha lodato la capacità di sua figlia di riflettere in merito alle possibilità di ogni alunno, rifiutandosi di voler in qualche modo “avanzare” rispetto agli altri.
La questione ha sollevato alcune criticità, a cui Galiano ha risposto con un commento nel post della notizia sulla nostra pagina Facebook: “Ovvio che non c’è niente di male a ‘sapere le cose’, ma la profondità di questa risposta ingenuamente saggia sta proprio nell’aver colto che, in quel caso, lei ne saprebbe di più a causa di un privilegio, e non di una predisposizione naturale. In questo è andata a sradicare alla base tutta la famosa retorica del ‘merito’ che, in fondo, tocca – anche se credo in modo inconsapevole – anche molti dei commenti qui, che ancora più ingenuamente credono che non ci sarebbe nulla di strano se mia figlia si presentasse al liceo con un bagaglio di conoscenze che può avere solo perché ha un padre che ha alle spalle un percorso di istruzione superiore. E quindi ci sono rimasto secco perché, in tre parole, i suoi occhi di bambina di 6 anni hanno saputo vedere ciò che fior fior di ministri (e anch’io) non riescono a vedere, molto spesso: e cioè che la scuola italiana spesso non riesce a ribaltare le carte, ma tende a mandare avanti chi a casa ha il privilegio di crescere in famiglie già istruite, lasciando indietro chi non ce l’ha”.