
Il filosofo e saggista Umberto Galimberti ha parlato, come ha fatto spesso nel corso della sua carriera, di scuola ed educazione dei figli. Lo ha fatto ad un evento organizzato da Confartigianato Vicenza, Scuola per Genitori Plus, a Bassano, lo scorso 5 febbraio.
“Magari sai anche di più della maestra, ma quel di più non lo sai insegnare”
Galimberti si è rivolto a chi parla male dei docenti con i propri figli: “Non si deve mai parlar male della maestra, perché quando un bambino va a scuola ha la prima differenziazione affettiva, prima amava solo i genitori, quando va a scuola ama anche la maestra oppure la odia, in importa, è sempre una dimensione affettiva. Si fa vedere che si sa più della maestra: magari sai anche di più della maestra, ma quel di più non lo sai insegnare”.
“E quando sente dire in casa che la maestra non vale niente il bambino sente di aver sbagliato. Risultato? Alla fine non si fida più di nessuno. Ora alle elementari non c’è più una maestra. La mia, con un anello enorme, menava di brutto tutti, a me ha rotto il naso. Hanno chiamato mia mamma, che a sua volta faceva la maestra, mi ha poi dato due sberle. Questa è la vera collaborazione scuola-famiglia, non i genitori che difendono i figli”, ha spiegato, raccontando un aneddoto.
“I genitori non sono interessati alla formazione dei figli, sono interessati unicamente alla loro promozione. E i professori, per non passare dal Tar, per evitare rogne, cosa fanno? Promuovono tutti”, questa la sua visione.
“La scuola italiana non educa”
Poi Galimberti ha continuato, ripetendo alcuni concetti a lui cari: “La scuola italiana non educa. Il fallimento della scuola è un vantaggio enorme per il potere. Più l’umanità è ignorante più il potere può. Educazione significa condurre. La scuola italiana istruisce, quando ce la fa, ma non educa. Istruzione è trasmettere competenze; ma Platone dice che la mente si apre se prima si apre il cuore. Per seguire i processi di evoluzione dei ragazzi bisogna avere classi di massimo 12-15 studenti. Se la scuola crea classi di 30 ha deciso a priori che non si può educare”, ha aggiunto.
“Le madri parlano ai figli a livello fisico: ‘non uscire con i capelli bagnati’, ‘vestiti bene’. Mai una domanda che si elevi dal punto di vista psicologico come: ‘sei felice?’. Così il bambino inizierebbe a pensare che esiste un altro mondo oltre ai capelli bagnati ecc. Ci sono solo 12 anni di vita per poter parlare con i bambini. In cambio di parole mancate i genitori riempiono i bambini di regali. Questi regali sono delitti, uccidono il desiderio, che è mancanza. Se una cosa la dai prima che sia desiderata uccidi il desiderio. Poi i genitori dicono che i figli non desiderano niente, che sono indifferenti a tutto”, ha concluso.