
Altre parole del filosofo Umberto Galimberti destinate a fare polemica sulla scuola, pronunciate ad un evento organizzato da Confartigianato Vicenza. Come riporta Today, l’esperto ha parlato della scuola come “clinica psichiatrica”.
“La scuola elementare sembra che sia diventata una clinica psichiatrica, sono tutti discalculici, disgrafici, dislessici, asperger, autistici, ma chi l’ha detto? Ai tempi miei non c’erano queste condizioni, c’era uno che era più bravo e quell’altro un po’ meno bravo che poi si esercitava e diventava bravo”, queste le sue parole.
Aumento studenti con Dsa, Galimberti ha una teoria
Per Galimberti infatti l‘aumento esponenziale delle certificazioni per i Disturbi specifici dell’apprendimento (Dsa) tra gli studenti sarebbe dovuto alle scelte dei genitori che “inseguono” la certificazione medica per avere la strada spianata. “È la strada dell’ignoranza, purché siano promossi – dice – perché ai genitori interessa questo, non la formazione”.
“Gli insegnanti di sostegno devono essere preparati e non semplicemente residuali di quelli che non hanno avuto la cattedra e dovrebbero essere dati a chi ha veri problemi psicologici e psichiatrici, non al dislessico. Perché patologizzare tutte le insufficienze?”, aggiunge Galimberti.
I dsa hanno bisogno di sostegno?
Ricordiamo che a parlare di Dsa è la Legge 8 ottobre 2010, n. 170, che riconosce la dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia quali disturbi specifici di apprendimento.
In questi casi è doveroso ricorrere all’insegnante di sostegno? No, i casi descritti non richiedono l’insegnante di sostegno (non necessariamente) in quanto non riguardano condizioni di vera e propria disabilità. Tuttavia, in presenza di casi certificati da una diagnosi, è necessario predisporre il piano didattico personalizzato in quanto ci troviamo in presenza di diagnosi riconosciute e dunque di bisogni educativi speciali (Bes), i quali richiedono interventi educativi speciali.
“La scuola italiana non educa”
Galimberti, sempre allo stesso evento, ha, ripetuto alcuni concetti a lui cari: “La scuola italiana non educa. Il fallimento della scuola è un vantaggio enorme per il potere. Più l’umanità è ignorante più il potere può. Educazione significa condurre. La scuola italiana istruisce, quando ce la fa, ma non educa. Istruzione è trasmettere competenze; ma Platone dice che la mente si apre se prima si apre il cuore. Per seguire i processi di evoluzione dei ragazzi bisogna avere classi di massimo 12-15 studenti. Se la scuola crea classi di 30 ha deciso a priori che non si può educare”, ha aggiunto.
“Le madri parlano ai figli a livello fisico: ‘non uscire con i capelli bagnati’, ‘vestiti bene’. Mai una domanda che si elevi dal punto di vista psicologico come: ‘sei felice?’. Così il bambino inizierebbe a pensare che esiste un altro mondo oltre ai capelli bagnati ecc. Ci sono solo 12 anni di vita per poter parlare con i bambini. In cambio di parole mancate i genitori riempiono i bambini di regali. Questi regali sono delitti, uccidono il desiderio, che è mancanza. Se una cosa la dai prima che sia desiderata uccidi il desiderio. Poi i genitori dicono che i figli non desiderano niente, che sono indifferenti a tutto”, ha concluso.