L’intervento del professore Ernesto Galli Della Loggia sulla questione dell’inclusione sta facendo molto discutere. Se da una parte qualcuno dice che stranieri, disabili e dsa rallentano la didattica e riducono le competenze degli studenti, dall’altra parte c’è chi afferma il contrario sostenendo che chi parla in questo modo non conosce il mondo della disabilità e dell’inclusione fino in fondo.
Anche il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara è intervenuto sul tema, in un’intervista a La Stampa. “L’inclusione – spiega il ministro – è un valore importante della scuola costituzionale, la nostra scuola. Perché sia effettiva, però, e non solo declamata, è necessario che si creino le condizioni per una didattica più efficace che consenta di contemperare le esigenze di tutti gli studenti. Per gli alunni con disabilità, per esempio, prevediamo docenti adeguatamente specializzati e un sistema che consenta la continuità didattica. Per gli stranieri i dati ci dicono che l’attuale sistema non funziona, occorrono forme diverse”.
La Tecnica della Scuola vuole chiedere ai propri lettori se sono d’accordo o meno sul ritornare all’istituzione delle classi speciali cancellate in Italia esattamente 50 anni fa.
All’interno del sondaggio troverai le seguenti domande:
Qual è il tuo ruolo?
In quale luogo ti trovi attualmente?
Sei d’accordo a tornare alle classi speciali?
Su Facebook si moltiplicano gli interventi di docenti (e non solo) che annunciano che non rinnoveranno l’abbonamento al quotidiano e anche Rossano Sasso (deputato della Lega, già sottosegretario all’Istruzione con il Governo Draghi) si schiera in modo netto: “Ernesto Galli della Loggia ha certamente e incredibilmente sbagliato nel profetizzare una differenziazione a scuola tra studenti normodotati e studenti disabili, quasi evocando un ritorno alle classi differenziali. Suggerirei a Galli della Loggia di approfondire i propri studi sul tema, magari leggendo qualcosa del prof. Ianes”.
Ma Sasso mette in evidenza anche le situazioni in cui l’inclusione è solo una parola e nulla più. Questo – dice il deputato della Lega – avviene “quando in cattedra ci salgono docenti non specializzati sulla materia e quindi privi delle opportune competenze, oppure quando un bambino autistico cambia docente di sostegno ogni anno, perdendo tutti i successi formativi acquisiti o quando i docenti della materia non sono formati adeguatamente sull’inclusione o non collaborano con quelli di sostegno”.
Va anche detto, però, che sulla nostra pagina Facebook si susseguono commenti di insegnanti che mostrano di apprezzare la posizione di Galli Della Loggia.
C’è chi applaude e definisce realistico l’intervento del professore, e chi sostiene che bisogna ammettere che l’inclusione è fallita e che bisogna smetterla con il “politicamente corretto”.
Chi esclama: “Certo, ha ragione da vendere” e poi chi coglie l’occasione per rilanciare un vecchio mantra: “La scuola arranca a causa dei sessantottini onnipresenti” (dimenticando però che i docenti che arrivano dal ’68 sono ormai pensionati e fuori gioco se non altro per ragioni anagrafiche).
Ci sono anche osservazioni più puntuali: “L’inclusione a tutti i costi abbassa drasticamente il livello delle classi a discapito di quelli bravi che hanno diritto ad avere una didattica decente! Bocciare chi non ce la fa è l’unico modo!”
E ancora: “Ma a quelli bravi, che vengono costantemente zavorrati, chi ci pensa?”
Oppure: “Stiamo come stiamo proprio perché da 30 anni non c’è più selezione. L’inclusione non è il contrario di selezione e se si vuole tornare a una scuola seria il cui diploma abbia un significato si deve tornare alla selezione perché chi sa non è uguale a chi non sa”.
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