Didattica

Galli della Loggia scuola, come attuare una didattica che punti a valorizzare le differenze? Il convegno in un liceo catanese

Il tema dell’inclusione scolastica è stato in questi ultimi tempi posto sotto i riflettori per le polemiche seguite all’articolo dello storico Ernesto Galli Della Loggia sul Corriere della Sera. Ne sono derivate parole di incredulo stupore e di sdegno tra chi si dedica con passione e dedizione all’inclusione, perché questo è tema d’orgoglio per la scuola italiana. Occuparsi delle singolarità di ciascun alunno, curandone la formazione scolastica e la tutela degli aspetti emotivi (definiti dai manuali effetti secondari) così impattanti sulla vita dei futuri adulti, è un dovere degli educatori e dei docenti di ogni ordine e grado.

Il convegno “Individuazione e trattamento dei DSA e ruolo del contesto scolastico e famigliare”, tenutosi presso l’IOS Musco di Catania il 23 gennaio, è stato un’opportunità unica per effettuare una riflessione che ha coinvolto docenti e familiari sul tema dei disturbi specifici dell’apprendimento. Organizzato dal Centro Aura, di Gravina, insieme all’IRCCS Oasi Maria SS. di Troina, all’Andis (Ass. Nazionale Dirigenti Scolastici) provinciale di Catania ed all’AID (Associazione Italiana Dislessia), il convegno si è aperto con i saluti del Dirigente Scolastico, prof. Mauro Mangano, che ha sottolineato l’importanza di un’azione didattica individualizzata e mirata al successo scolastico di ogni studente. Come ribadito dalla prof.ssa Giusi Molino, presidente AID sezione Catania, una scuola inclusiva non è un mito ma una sfida che bisogna essere all’altezza di cogliere.

I partecipanti all’evento

Gli esperti del centro IRCCS di Troina (Dott. S. Buono, Dott. Di Blasi, Dott.ssa Città) hanno affrontato i temi delle ricadute psicologiche che interessano i soggetti con DSA – particolarmente in una fascia di età durante la quale si crea l’autoimmagine – dell’evoluzione delle competenze scolastiche in relazione all’età della diagnosi, all’inizio e alla frequenza del trattamento, e infine il tema dei profili cognitivi e neuropsicologici nei DSA. L’individuazione dei fattori di rischio le caratteristiche da osservare per il trattamento dei DSA è stato il tema dell’intervento della Dott.ssa Branciforte che, insieme agli altri esperti del Centro Aura (Dott.ssa D. Fisichella e Dott.ssa M. De Leonardis) ha presentato gli aspetti emotivi nei soggetti DSA. Ansia, sensazioni di disagio durante le verifiche e la vergogna che ne scaturisce, incidono pesantemente sull’output e sulla gestione delle performance scolastiche, come gli esperti hanno provato proponendo un esperimento pratico che ricreava le condizioni di forte stress che si manifestano quando un soggetto con DSA si approccia alla lettura ad alta voce, soprattutto in una lingua opaca come l’inglese. Avere gli strumenti per saper cogliere eventuali segnali di disagio, e quindi evitare che si amplifichino con il tempo, significa per i docenti adattare l’azione didattica alla presenza di un bambino o ragazzo con DSA, che in molti casi trova eccessiva la didattica tradizionale in termini di richiesta cognitiva, risorse attentive e velocità di elaborazione delle informazioni ricevute.

Il Dott. Messina, direttore dell’unità operativa di neuropsichiatria infantile di Caltagirone, ha sottolineato come la manifestazione dei DSA in comorbidità con altri disturbi dello sviluppo – o di disturbi cooccorrenti – e l’indagine sulle cause genetiche e quindi sulla familiarità siano un interessante campo di indagine, oggetto di interesse scientifico, vista la comprovata frequenza di casi di questo tipo.

Gli obiettivi

Il convegno si è rivelato un’occasione preziosa per confrontarsi con gli illustri professionisti intervenuti rispetto all’individuazione precoce dei DSA e all’intervento tempestivo e individualizzato. Uno degli assunti della Gestalt recita: “Il tutto è più della somma delle singole parti”. 

La cultura della complessità è dunque una sfida culturale che coinvolge anche la scuola in qualità di comunità educante, chiamata a riformare l’agire educativo a tutti i livelli e a rinnovarsi adottando nuovi linguaggi affettivi ed emotivi, promuovendo una didattica che punti a valorizzare le differenze e la condivisione di quei valori che fanno sentire il singolo individuo parte di una vera e propria collettività.

Redazione

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