A sostegno dello sciopero generale previsto per domani 20 maggio, interviene Carlo Galli, filoso nonchè esponente di Sinistra italiana.
“Nel momento in cui la crisi economica ha dato origine in tutto il Paese a una preoccupante depressione civile, dichiara Galli, è necessario sostenere con convinzione le rivendicazioni dei lavoratori della scuola, dell’università e della ricerca in sciopero generale venerdì 20 maggio”.
“Il mancato rinnovo del contratto nazionale di lavoro fermo da sette anni, prosegue Galli, nonostante la Corte Costituzionale abbia affermato l’illegittimità di ulteriori rinvii; la mancata risposta alle difficoltà del personale ATA, ignorato dalla legge 107 del luglio 2015 (la cosiddetta Buona Scuola) ripetutamente colpito da tagli ai salari e agli organici; l’inefficacia nell’affrontare con equità la stabilizzazione di tutti i precari, l’allargamento dei poteri dei dirigenti scolastici, ormai sempre più schiacciati sull’amministrazione piuttosto che sulla organizzazione della didattica: sono tutte questioni che chiamano il governo a dare prontamente una risposta efficace e di segno opposto a quello fin qui prevalente”.
“La legge 107 si colloca all’interno di un disegno ideologico più ampio, prosegue Carlo Galli, mirante a cambiare − insieme alle riforme costituzionali ed elettorali e al diritto del lavoro − forma e sostanza della nostra democrazia. Questo movente ideologico si manifesta nell’aver assunto un’interpretazione dell’autonomia scolastica come concorrenza, e quindi disuguaglianza, fra scuole pubbliche, e nell’aver escluso il sapere critico come fondamento e finalità dell’educazione scolastica. Anche per queste ragioni, occorre sostenere la raccolta delle firme per i quattro quesiti referendari per l’abrogazione di norme della legge Giannini-Renzi, lanciata dalla Flc Cgil. Lo sciopero generale e il referendum abrogativo sono le armi democratiche che consentono di sollevare il dibattito pubblico sugli enormi problemi dell’accesso universale alla scuola, al sapere e all’alta formazione universitaria, provocando la mobilitazione più ampia e unitaria possibile”.
“È importante, pertanto, conclude il suo intervento il filosofo, mobilitarsi a sostegno del mondo della scuola, dell’università e della ricerca; ma oggi è soprattutto dovere del governo ascoltare e dare risposte concrete a questi lavoratori, penalizzati dalla ‘Buona scuola’ che di buono evidentemente ha ben poco, e dai tagli agli investimenti pubblici per l’università e la ricerca, mortificando, tra l’altro il diritto universale allo studio”.
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