Il greco antico non ci sta a morire di morte lenta e ineluttabile, anzi, rilancia! E per mostrare a tutti che è ancora in buona salute e pronto a vendere cara la pelle, si presenta all’XI Edizione della gara internazionale organizzata in suo onore a Frattamaggiore. Qui – come riporta l’edizione napoletana del quotidiano La Repubblica – quaranta delegazioni con 100 studenti , provenienti da ogni parte d’Italia, dal Belgio e dalla Grecia si sfideranno nella traduzione di un brano tratto dalla Repubblica di Platone. Organizzata dall’Associazione ex-alunni del Liceo Classico “Francesco Durante”, la gara di greco antico si svolgerà venerdì 6 aprile nei locali del Liceo “Durante”. A strettissimo giro, domenica 8 aprile, al vincitore sarà consegnato un premio in denaro.
La gara di Frattamaggiore rientra a pieno titolo fra le iniziative tese a promuovere la valorizzazione dell’eccellenza, materia introdotta dalla legge 1 dell’11 gennaio 2007 e disciplinata dal decreto legislativo 262 del 29 dicembre 2007.
Come si legge, infatti, sul sito del Ministero dell’Istruzione e del Merito, per le scuole secondarie di II grado, statali e paritarie, sono premiati gli studenti con punteggio di 100 e lode nell’esame di Stato e gli studenti vincitori delle competizioni, nazionali e internazionali, elencate nel Programma annuale per la valorizzazione delle eccellenze.
La disfida di venerdì prossimo assume in questo momento un particolare valore perché si svolge alla fine di un anno scolastico che ha fatto registrare un’ulteriore perdita di iscrizioni nei licei classici, sulla cui crisi si sono spese tantissime parole: per alcuni, regno incontestato della cultura con la C maiuscola, per altri indirizzo scolastico di seconda categoria che non offre alcun futuro in una società che premia la competenza scientifica e sottovaluta quella umanistica.
Senza entrare nel merito, suggeriamo la lettura del saggio di Federico Condello, “La scuola giusta, in difesa del liceo classico”, edito da Mondadori nel 2018. Condello, professore ordinario di Filologia classica all’Alma Mater Studiorum-Università di Bologna, cerca di smontare le quattro “accuse” più ricorrenti che vengono mosse al liceo classico: 1. Una scuola antiquata, di concezione e formazione gentiliana; 2. Una scuola per umanisti e, dunque, inutile; 3. Una scuola rinsecchita, interessata soltanto a perpetuare un arido nozionismo grammaticale greco e latino; 4. Una scuola classista, frequentata per lo più dalle classi sociali più abbienti.
Le sue argomentazioni sembrano inattaccabili.
Tuttavia, per le pari opportunità, consigliamo di leggere un parere di segno totalmente opposto, un articolo di Stefano Feltri sul quotidiano “Domani” che si conclude così:
Dunque, il calo di studenti iscritti al classico è una buona o cattiva notizia?
Dipende che società abbiamo in mente, se consideriamo auspicabile o almeno legittima una filiera che porta da un liceo impegnativo a una facoltà umanistica a un futuro professionale incerto (perché il lavoro non è tutto) o se preferiamo un percorso più lineare che, fin dalle scelte precoci contempla tra i parametri di valutazione anche le prospettive formative e professionali future.