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Garattini, 95 anni e non sentirli. Il segreto? Lo stile di vita sano, ridicolo che il Ministero non imponga un’ora a settimana a scuola

“Dobbiamo parlare di salute anche nelle classi, basterebbe un’ora alla settimana. È ridicolo che il ministero dell’Istruzione non trovi il tempo di farlo”: il monito è di Silvio Garattini farmacologo, oncologo e ricercatore. A 95 anni il professor Garattini conduce una vita ancora molto attiva: tutti i giorni si reca ancora all’Istituto di ricerche farmacologiche “Mario Negri” di Milano, che ha fondato negli anni Sessanta. Ha quindi spiegato al Corriere della Sera l’importanza di condurre uno stile di vita sano, basato su sani valori che vanno trasmessi alla cittadinanza anche attraverso la scuola.

“L’Italia – spiega Garattini – è il Paese dell’Unione europea con il più alto numero di anziani. Ma se guardiamo la durata della vita sana, scendiamo molto nella graduatoria. Nell’ultima parte dell’esistenza compaiono parecchie malattie, anche due o tre per cittadino”.

Per evitare questo occorre non alimentare “il mercato della medicina” che conduce dritti “verso le cure, le terapie”: il segreto è la prevenzione, perché, spiega, “non tutte le malattie piovono dal cielo, ma molte dipendono dai nostri stili di vita. In Italia, ad esempio, abbiamo 3,7 milioni di persone con il diabete, una patologia che tra l’altro ha complicazioni che riguardano la vista, il cuore, i reni. Ma è evitabile. Dobbiamo rimettere al primo posto la prevenzione”.

Per prevenire le malattie, continua il farmacologo, bisogna rivedere la “formazione dei dirigenti. Non abbiamo una Scuola superiore della sanità, i manager sono spesso solo amici dei politici. E dobbiamo parlare di salute anche nelle classi” delle nostre scuole.

Come pure “i medici non dovrebbero prescrivere solo farmaci, ma anche buone abitudini: camminare almeno 3 chilometri al giorno, calare di tot chili. E dovrebbero essere giudicati sulla base dei risultati di salute dei propri pazienti: quanti hanno smesso di fumare, quanti non sono più obesi. Un altro fattore chiave è la comunicazione”.
«L’informazione sulla salute deve essere indipendente, invece viene veicolata dal mercato. Non c’è un giurì attento a quello che dice pubblicità. L’ordine dei medici dovrebbe urlare per avere informazioni indipendenti».

Ecco perché serve costruire una coscienza critica tra i giovani, così da far comprendere alla popolazione qual è la strada migliore da intraprendere per curare ma soprattutto prevenire le malattie.

L’allarme del professor Garattini non è comunque isolato: lo scorso mese di marzo la World Obesity Federation in occasione della Giornata Mondiale dell’Obesità ha fatto sapere che entro il 2035 se non si interviene concretamente oltre della metà della popolazione mondiale sarà classificata come obesa o in sovrappeso: addirittura, la Wof ha prevesto che i tassi raddoppieranno tra i ragazzi (che saranno 208 milioni con aumento del 100%) e più del doppio tra le ragazze che arriveranno a 175 milioni.

Per fare conoscere i rischi delle cattive abitudini alimentari e della sedentarietà, oltre che come insegnare alle giovani generazioni l’importanza del vivere sano dal punto di vista dell’alimentazione e del sonno, La Tecnica della Scuola ha dedicato agli istituti scolastici una trasmissione on line: esperti dei temi si sono confrontati e hanno dispensato consigli su sonno, educazione alla salute, sport e alimentazione, anche alla luce dell’articolo 32 della nostra Costituzione.

Molti di questi argomenti, comunque, sono già trattati all’interno degli istituti scolastici all’interno delle 33 ore di educazione civica programmate annualmente dai singoli Consigli di Classe: quello che manca, tuttavia, è un quadro esauriente ed omogeneo, da proporre a tutti gli studenti, nessuno escluso, come indicato dal professor Garattini, attraverso un’ora fissa a settimana tenuta da un docente specializzato.

Ecco perché, dice ancora Garattini, occorre cambiare “stile di vita, assecondando una forma di sano egoismo, perché se ci ammaliamo stiamo male, con ricadute sulle nostre famiglie, l’economia e il Servizio sanitario nazionale. Chiaro che tutto va considerato in termini di probabilità, non di certezza: seguire abitudini corrette ci dà più probabilità di incorrere in meno malattie e vivere più a lungo”.

I consigli sono alla portata di tutti: “seguire la dieta mediterranea, che privilegia frutta, verdura, pesce e carboidrati complessi, consumare poca carne e pochi grassi. L’alimentazione deve essere varia e moderata. Io, ad esempio, non mangio a pranzo. Le calorie devono essere proporzionate a quello che si fa. E poi fare attività fisica, dormire almeno 7 ore, avere relazioni pubbliche”.

Alessandro Giuliani

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