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Garattini: la buona salute s’insegna a scuola, con un’ora a settimana si ridurrebbero le cattive abitudini di vita causa di tante malattie

L’insegnamento della salute deve partire dalla scuola: sostenerlo è Silvio Garattini, farmacologo, oncologo, ricercatore e fondatore dell’istituto ‘Mario Negri’. Il professore, che nel 2024 ha compiuto 95 anni, si è espresso domenica 10 novembre dal palco del Tedx Taranto, nel teatro Orfeo sul tema “OneWorldOneHealth’, la stretta connessione tra salute ed ecosistema, il legame tra uomo e ambiente, il benessere come valore globale da difendere e diffondere.

“Ci vuole del tempo, ma…”

“Noi – ha dichiarato il ricercatore durante l’evento organizzato da Its Academy Mobilità col patrocinio del Comune – non abbiamo in Italia una scuola superiore di sanità e questa è una proposta molto importante che spero possa partire da Taranto perché non possiamo lasciare la designazione dei dirigenti del servizio sanitario nazionale solo alla politica: devono essere persone preparate”, ma dobbiamo avere anche “l’insegnamento della salute nella scuola: basterebbe un’ora la settimana in ogni classe per realizzare qualcosa di completamente differente”.

Garattini ha ammesso che per arrivare a dei risultati “ci vuole del tempo, ma se non cominciamo non lo faremo mai. Questo è l’appello che cercherò di fare e spero che molti lo accolgano con grande vantaggio per il sistema sanitario nazionale”.

I problemi dell’attuale medicina

Quindi ha detto che “noi abbiamo oggi in medicina una situazione in cui tutto è stato sviluppato per aumentare le cure, ma nel fare questo è stato creato anche un grande mercato, che è il mercato della medicina e non ci sono mercati che vogliono diminuire. Tutti i mercati vogliono aumentare, quindi il mercato ci tiene molto a non farci sapere che la maggior parte delle malattie non piovono dal cielo, Siamo noi, con le cattive abitudini di vita, a determinarle e poi magari ci lamentiamo perchè arrivano”.

Garattini ha ricordato che “abbiamo in Italia quattro milioni e mezzo di persone malate di diabete di tipo 2, che è una malattia evitabile. Eppure, molte complicazioni visive, cardiovascolari, renali, potrebbero essere completamente evitate. Questo è molto importante che si sappia. Dobbiamo quindi cercare di fare in modo che il centro della medicina divenga la prevenzione e per questo ci vuole una grande rivoluzione culturale”, che parta appunto dalla scuola dove di formano le nuove generazioni.

Il primo appello la scorsa estate

Già a fine agosto, Garattini aveva detto alla stampa che è giunta l’ora di “parlare di salute anche nelle classi, basterebbe un’ora alla settimana. È ridicolo che il ministero dell’Istruzione non trovi il tempo di farlo”.

Oltre all’importanza di parlare di salute nelle classi, con gli alunni, il farmacologo aveva puntato il dito anche sui medici: “non dovrebbero prescrivere solo farmaci, ma – aveva sottolineato Garattini – anche buone abitudini: camminare almeno 3 chilometri al giorno, calare di tot chili. E dovrebbero essere giudicati sulla base dei risultati di salute dei propri pazienti: quanti hanno smesso di fumare, quanti non sono più obesi. Un altro fattore chiave è la comunicazione”.
A tal proposito, aveva concluso, “l’informazione sulla salute deve essere indipendente, invece viene veicolata dal mercato. Non c’è un giurì attento a quello che dice pubblicità. L’ordine dei medici dovrebbe urlare per avere informazioni indipendenti”.

Un allarme non isolato

La richiesta pubblica del professor Garattini non è comunque isolata: lo scorso mese di marzo la World Obesity Federation in occasione della Giornata Mondiale dell’Obesità ha fatto sapere che entro il 2035 se non si interviene concretamente oltre della metà della popolazione mondiale sarà classificata come obesa o in sovrappeso: addirittura, la Wof ha prevesto che i tassi raddoppieranno tra i ragazzi (che saranno 208 milioni con aumento del 100%) e più del doppio tra le ragazze che arriveranno a 175 milioni.

I rischi delle cattive abitudini alimentari e della sedentarietà, oltre che come insegnare alle giovani generazioni l’importanza del vivere sano dal punto di vista dell’alimentazione e del sonno, sono stati anche oggetto di una trasmissione on line della Tecnica della Scuola dedicata agli istituti scolastici: alcuni esperti si sono confrontati e hanno dispensato consigli su sonno, educazione alla salute, sport e alimentazione, anche alla luce dell’articolo 32 della nostra Costituzione.

Diversi di questi argomenti, comunque, sono già trattati all’interno degli istituti scolastici all’interno delle 33 ore di educazione civica programmate annualmente dai singoli Consigli di Classe: quello che manca, tuttavia, è un quadro esauriente ed omogeneo, da proporre a tutti gli studenti, nessuno escluso, come indicato dal professor Garattini.

Alessandro Giuliani

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