Voglio replicare alla lettera di Andrea Gavosto della Fondazione Agnelli (“Perchè cambiare l’esame di maturità” La Repubblica 22/6). Buona l’idea di cancellare la prova Invalsi attualmente abbinata all’esame di terza media. Ma non dica che la prova è stata “snaturata” da studenti e docenti boicottanti (lo sa per certo? si spieghi meglio, qualche dato, se possibile).
L’Invalsi, se proprio lo si vuol far funzionare, dev’essere fatto come si fa in tutti gli altri paesi europei: un ente terzo, che controlla dal momento della somministrazione del test sino a quello della trasmissione dei dati. Ma per questo bisogna investire. Per ora c’è solo uno sparuto drappello di osservatori, sparpagliati in qualche scuola.
E allora, all’italiana, somministrazione e trasmissione tutte a carico dei docenti che, com’è noto, possono interpretare qualsiasi ruolo.
Esame di stato: Gavosto osserva che nelle varie aree del Paese si registra una grande disparità nella valutazione (al Sud i maturati son tutti geni) e propone di affidare alle Università la prima, vera selezione. Mi limito a osservare che per il primo problema basterebbe ripristinare delle serie commissioni esterne (ma anche per questo bisogna spendere), quanto al secondo argomento mi vien da sorridere, perché ormai tante università, pur di sopravvivere accettano tutti senza farsi troppi problemi (e senza neanche bisogno di osservatori esterni, ovviamente).
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