Andrea Gavosto, direttore della Fondazione Agnelli, tenendo una conferenza dal titolo: “L’importanza dell’investimento in istruzione, i ritardi del sistema scolastico italiano e possibili aree di intervento” al Master in Intelligence dell’Università della Calabria, è stato molto chiaro nel sostenere quello che in altri termini da decenni si discute: non investire in istruzione è una sonora idiozia per un paese avanzato.
Secondo quanto riporta il sito “Le formiche”, Gavosto ha spaziato dalla qualità del personale docente, all’edilizia, agli alunni compreso il loro livello di preparazione valutato sui parametri europei e quindi le loro competenze in lettura, matematica e scienze attraverso cui vengono per certi versi declassati.
Inoltre, considerato che gli studenti italiani sono più propensi alle materie umanistiche, Gavosto ha mostrato il parallelismo tra il livello d’istruzione e l’impegno civile e politico, nonché la conoscenza delle istituzioni e l’apertura al multiculturalismo.
A parte i ritardi del sistema istruzione, Gavosto si è soffermato sulla preparazione dei docenti italiani, più propensi ai contenuti disciplinari che didattici, e sulla scarsa formazione e impegno extrascolastico, che si traducono in competenze uniformi. Posizione stangante anche in riferimento alle progressioni di carriera e ai salari.
A questo si deva aggiungere l’annoso tema dell’invecchiamento dell’edilizia scolastica insieme a una concezione scolastica e didattica trasmissiva e frontale.
In ogni caso, il punto centrale delle parole di Gavosto è stato come sfruttare in pieno il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che potrebbe essere una forte risposta positiva in chiave di ristrutturazione sostenibile e di modernizzazione, ma che spesso si scontra con l’incapacità della politica locale di gestire tecnicamente gli stanziamenti e le risorse complessive.
Da qui l’assoluta necessità di guardare al futuro, che vede la popolazione italiana in forte decremento nei prossimi decenni, per cui se la classe politica non si muove in favore della istruzione e della educazione, qualificandola come migliore investimento in assoluto, dal momento che l’istruzione ha un peso straordinario sull’incremento del prodotto interno lordo, il nostro paese perderà in termini di benessere economico e di qualità di convivenza civile.