Valutazioni

Gavosto: valutare un docente sulla base del successo scolastico degli alunni? Sbagliato. L’insegnamento è un lavoro di squadra

Del DL 36, che il 29 giugno al massimo verrà convertito in legge, abbiamo discusso nell’ultimo appuntamento di Tecnica risponde LIVE, insieme agli ospiti Andrea Gavosto, presidente della Fondazione Agnelli, e Rino Di Meglio, coordinatore della Gilda degli insegnanti.

Innanzitutto ricordiamo che nel pomeriggio di giovedì 23, come ha anticipato il nostro vice direttore Reginaldo Palermo, il testo è arrivato alle Commissioni e lunedì inizierà l’esame in aula e per il pomeriggio sono già previste le prime votazioni. In vista dell’approvazione finale, abbiamo adesso disposizione non solo il nuovo testo così come approvato dal Senato ma anche un ampio dossier di documentazione che fornisce molto materiale per approfondire diversi aspetti del provvedimento.

In particolare Andrea Gavosto ci ha offerto alcune riflessioni sulla valutazione docenti e sulla carriera, così come strutturate nel DL 36.

“La valutazione delle scuole è importante – afferma il presidente della Fondazione Agnelli – peraltro nell’ambito del Pnrr la scelta delle scuole dove intervenire per il recupero dei divari territoriali sarà guidata comunque dai risultati delle prove Invalsi, ma avere una diagnosi a livello di sistema e a livello di problemi che può avere la singola scuola (debolezza e punti di forza) è importante”. Tutt’altra cosa è la valutazione docenti, ci spiega. E ulteriormente differente è la valutazione della carriera ai fini della progessione.

“Sono più perplesso sulla formazione dei singoli docenti fatta dall’esterno. Strumenti come quelli utilizzati in Inghilterra o negli Usa, per cui si cerca di misurare il contributo dei singoli docenti sulla base di quanto hanno appreso i ragazzi durante l’anno, sono metodologicamente molto deboli e anche concettualmente sbagliati, innanzitutto perché poi alla fine l’insegnamento è un lavoro di squadra, quindi distinguere quello che ha fatto un docente da quello che ha fatto un altro non so fino a che punto ci aiuti”.

Per questa ragione – continua – “sono contrario alla valutazione dei docenti. Peraltro nel testo a un certo punto sembrava che nel decreto comparisse alla fine del percorso formativo una valutazione basata sui test Invalsi che mi preoccupava molto”.

Altra cosa è la carriera, aggiunge Gavosto, sulla quale ritiene vada applicata una formula valutativa: carriera significa che “un docente, dopo anni di esperienza, viene valutato a 360 gradi. E dalla carriera si capisce se sulla base delle sue competenze, della sua motivazione, del suo impegno e della sua capacità di lavorare con i colleghi, effettivamente può aspirare a posizioni di maggior coordinamento del lavoro altrui. Ma questa non è la valutazione basata sulle prove, è altra cosa”.

Carla Virzì

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