Estero

Gaza e cessate il fuoco, quando dispersione scolastica e posizioni politiche si intrecciano

Il conflitto in Medio Oriente costituisce uno scontro oramai epocale tra più etnie, fedi, sistemi e forme di pensiero. Le decine di migliaia di morti civili nella striscia di Gaza hanno portato e sollevato particolare sgomento a livello globale, nei salotti televisivi di tutto il mondo e trovato luogo in tutte le dichiarazioni politiche e notiziari. L’effetto sociale di tale ondata di violenza ha raggiunto livelli inimmaginabili.

La produzione di narrazioni prima storiche un po’ da presentismo televisivo – anche se queste necessitano di decenni per dimensionarsi ed essere configurate in letteratura – e solo successivamente politiche ha indotto una reazione popolare assai sentita, specie dei più giovani, i quali accusano i rispettivi governi di tacere, di omertà o peggio, di complicità con quanto in corso. Nel Regno Unito, ove i livelli di dispersione scolastica han toccato oltre il 28 % (a farla breve quasi uno studente su tre non si reca a scuola regolarmente o è perennemente assente) in alcune aree, molti studenti disertano la scuola anche per motivi e posizioni politiche. Questo, per loro, costituisce il primo ed embrionale livello di protesta nei confronti di un Ente Pubblico che vedono come primaria rappresentanza locale dello Stato che tanto accusano.

Studenti in piazza

Centinaia di bambini in età scolare si sono riuniti mercoledì scorso davanti al parlamento britannico a Londra per chiedere un cessate il fuoco permanente a Gaza, come parte dell’iniziativa Sciopero scolastico nazionale per la Palestina. In una conferenza stampa guidata da bambini, gli studenti delle scuole in sciopero hanno rilasciato una forte dichiarazione ai media e ai politici chiedendo la fine immediata della guerra di Israele contro Gaza. Hanno anche parlato della loro esperienza di aver assistito a un genocidio attraverso i social media, esprimendo frustrazione e rabbia per l’inerzia del governo e dell’opposizione britannici. 

“I nostri figli non vogliono crescere in un paese complice del genocidio. Mentre quasi 12.000 bambini a Gaza uccisi da Israele non invecchieranno mai, i nostri figli parleranno con la loro umanità”, ha detto Kate Joseph, genitore di Parents for Palestine. “Il governo e il Partito laburista non hanno solo tradito i bambini palestinesi, ma hanno tradito i bambini di tutto il Paese che hanno il diritto di crescere in un mondo in cui i diritti umani sono tutelati e le persone di tutte le razze sono trattate allo stesso modo”. Il centro di Londra ha visto regolari proteste settimanali da quando è iniziata la guerra di Israele contro Gaza il 7 ottobre, con centinaia di migliaia di manifestanti per chiedere la fine dello spargimento di sangue, esercitando pressioni sul governo britannico e sul partito laburista, che non hanno entrambi esortato Israele a fermarsi. Al momento sono stati oltre 150.000 gli studenti che, solo nell’ultima settimana, si sono assentati dalle lezioni programmate a supporto di un cessate il fuoco.

Promuovere la cultura della pace

La Terza Guerra Mondiale a pezzi imperversa e risulta sempre più evidente dal crollo dell’equilibrio del terrore, rappresentato dal Muro di Berlino. L’assenza di un bipolarismo reale tra superpotenze ha generato istinti violenti, rivendicazioni e furto attivo di risorse a livello globale, compromettendo nel lungo periodo la sicurezza delle stesse e dei cittadini che abitano i luoghi presso i quali possono essere estratte e lavorate. La presenza di vacuum geopolitici e la necessità per le superpotenze di trasformarli in aree di interesse – e successivamente azione – strategica comporta lo sviluppo fisiologico di conflitti.

L’errata concezione di individuo, tribù e società applicato a livello globale porta a chiavi di lettura errate e varie incomprensioni a livello strategico ed esecutivo per la messa in atto dei delicati meccanismi diplomatici e dunque della stessa pace. Le parole del Capo dello Stato, pronunciate in occasione anche della Giornata del Ricordo celebrata lo scorso 10 febbraio, ci invitano ad una necessaria ed opportuna riflessione.

La diretta sulla pace della Tecnica della Scuola

A questi temi è stato dedicato il quarto appuntamento del percorso di Educazione Civica in diretta realizzato dalla Tecnica della Scuola lo scorso 24 gennaio.

Educazione civica e cittadinanza digitale: la prossima diretta della Tecnica della Scuola

La prossima lezione di educazione civica che Tecnica della Scuola offre a tutte le scuole italiane sarà in onda in diretta il 22 febbraio, alle ore 11,00.

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Andrea Maggi

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