Capita in un Istituto comprensivo di Udine, gloriosamente gestito da una dirigente, non solo preparata, ma anche determinata a fare il suo lavoro sino in fondo, per scelta deontologica e per cultura.
Ma fino a quando le avversità vengono da fori, dall’esterno, la lotta è possibile- direbbe la preside. Quando è però la stessa Amministrazione a mettercene di suo, allora le cose cambiano e ti puoi anche arrabbiare, ma pure deprimere, a seconda degli altri problemi che si hanno davanti.
E infatti, qualche giorno dopo l’apertura delle scuole, nel suo Istituto viene rilevato un caso di Covid19: un alunno è risultato positivo e dunque la prescritta informativa all’Asl che, seguendo i protocolli, fa una ispezione nella scuola nelle vesti del Dipartimento di prevenzione, proprio per capire e verificare se tutte le misure di cautela anti infezioni siano state adottate dalla preside.
E in effetti tutto risulta secondo le norme previste, tranne per il gel utilizzato come disinfettante: a certificazione del Dipartimento, quel prodotto non avrebbe attività virucida e quindi, anche se strofinato sulle mani, al Covid non farebbe un baffo, né metaforico né surreale.
Tuttavia, la singolarità di questo verbale, e della conseguente indignazione della dirigente, sta nel fatto che proprio quel gel, così innocuo per uccidere l’animale aereo, lo ha fornito direttamente il Ministero, nella persona del commissario straordinario per l’emergenza Domenico Arcuri.
Dunque un nome e un protocollo come garanzia del buon volere posson bastare alle dottoresse del Dipartimento? Tutto chiaro?
Assolutamente no, perché alle funzionarie, correttamente, non interessa sapere chi ha fornito il prodotto, ma la sua efficacia virucida, e quello in dotazione alla scuola è acqua fresca, intruglio inutile, per cui da quel “verbale” in poi è responsabilità della dirigente munirsi di presidi idonei a proteggere le scolaresche e il personale. A lei spetta dotare la scuola e proteggerla.
“Senonchè”, sentiamo quasi sospirare afflitta la preside di quell’Istituto comprensivo di Udine, nelle casse della scuola, scrive, non c’è più neanche un euro, a seguito delle spese affrontate per renderla sicura, e dunque come fare? Dove trovare i fondi sufficienti per comprare gel non farlocco come quello spedito da Arcuri?
Bella domanda, ma con risposta del tutto assente, come quella che cala “silente” durante la rappresentazione di una commedia dell’assurdo.
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