Alla preside Alessia Cicconi, dirigente dell’Istituto comprensivo “Don Lorenzo Milani” di Aquileia, nella giornata di sabato 26 settembre è stato notificato un caso di covid-19 in uno dei plessi dell’Istituto, dal Dipartimento di Prevenzione della provincia. A seguito di questa segnalazione la classe e le docenti sono state messe in quarantena in attesa di tampone come da prassi.
Il Dipartimento di prevenzione, nella serata di sabato, ha effettuato una visita ispettiva nei locali della scuola ed ha rilasciato un verbale nel quale raccomandava l’uso di gel mani con la dicitura Presidio Medico Chirurgico.
Poiché tale dicitura non era espressamente presente nell’etichetta del prodotto in uso nell’Istituto, che è quello fornito dalla struttura commissariale, la Dirigente, che è responsabile della sicurezza degli alunne e delle alunne e del personale della scuola, ha chiesto, nella giornata di domenica, chiarimenti all’USR ed alla segreteria del Ministero.
Puntuale tuttavia, è arrivata pure la presa di posizione politica da parte di Forza Italia che ha presentato una interpellanza parlamentare alla Ministra Lucia Azzolina per sapere se ne fosse a conoscenze e quale misure intende prendere per venire incontro alle legittime preoccupazione della dirigente.
Il nostro portale a questo punto, dopo avere contattato la preside Cicconi, ha chiesto di potere sapere di più su questa “assurda situazione”.
Ecco la nostra intervista
1) Preside Cicconi, allora, come ha preso questa interpellanza da parte di Forza Italia? Se l’aspettava?
Sicuramente non mi aspettavo quello che è successo perché non l’ho mai cercato. Qualcuno, in maniera non autorizzata, ha divulgato un mio post pubblicato in un gruppo chiuso di Dirigenti Scolastici in cui mi ponevo il problema dal punto di vista del dirigente, responsabile della sicurezza, di dover procurare un gel con quelle caratteristiche raccomandate (di domenica). Ovviamente, il post era uno sfogo che doveva restare all’interno di un gruppo di professionisti. L’importante è stata la via istituzionale che ho percorso in cui ho chiesto chiarimenti che sono prontamente arrivati. Purtroppo però la “macchina del fango” si era già mossa ed il mio post è stato strumentalizzato.
2) Secondo lei, come è possibile che un gel anticovid proveniente dal commissario straordinario non possa risultare virucida?
Lei deve scindere le due cose: quello che io penso come persona e quello che devo fare come dirigente scolastico. Io penso che, per la composizione, il gel sia virucida (sono biologa e mi sono fatta il gel da sola a casa ad uso domestico). Diverso è quello che devo fare come dirigente scolastico. Se il Dipartimento di Prevenzione mi raccomanda che ci sia scritto qualcosa nell’etichetta è chiaro che se non lo trovo scritto chiedo chiarimenti.
3) Si potrebbero, secondo lei, altre scuole trovare nelle stessa sua situazione? E se sì, cosa consiglia di fare?
Sicuramente le altre scuole vicine hanno lo stesso gel (che comunque, come marca, non è lo stesso in tutta Italia). Io ho consigliato loro di non fare nulla in attesa dei chiarimenti, che avevo richiesto già nella giornata di domenica, e che sono arrivati prontamente. Se qualcuno, in cerca di scoop sensazionalistici, non avesse divulgato il mio post privato, la cosa si sarebbe chiarita nel giro di qualche ora.
4) Come hanno reagito le famiglie? Le hanno proposto per esempio una colletta per comprare gel efficace contro il virus?
Le famiglie non ho fatto in tempo a coinvolgerle. Tutto si è svolto tra sabato e domenica. Domenica ho acquistato del gel con l’”etichetta giusta” ma già lunedì è arrivata la rassicurazione che il gel in dotazione alla scuola rispondeva alle caratteristiche anti-contagio, che alla fine è quello che interessa a me come dirigente: essere sicura di mettere in atto tutte le azioni per garantire la sicurezza di chi sta a scuola.
5) A parte questo svarione, involontario sembra, del Ministero, o chi per lui, ha avuto altre difficoltà rispetto alle promesse? Per esempio: banchi, arredi, computer ecc?
Io sinceramente non ho chiesto molti banchi perché i miei plessi avevano già per la maggior parte banchi monoposto. Per quanto riguarda i computer sono stati usati tutti i fondi che il ministero ci ha messo a disposizione e la dotazione di computer portatili dell’Istituto è stata notevolmente arricchita.
6) I suoi insegnanti, a seguito degli allarmi di una possibile seconda fase, temono che si possa ritornare alla Didattica a distanza?
Questa è una domanda complessa che richiederebbe un’intervista da sola. I docenti sono professionisti dell’educazione e come tali hanno saputo mettersi in gioco nello scorso anno scolastico e saranno in grado di farlo di nuovo nel caso dovesse servire.
Le dico però che se non avessimo avuto le tecnologie informatiche il periodo del lockdown sarebbe stato molto più difficile di quanto comunque non sia stato sia dal punto di vista didattico che psicologico. E glielo dice una persona che lo ha passato, da sola, lontano dalla sua famiglia.
Mi sento di ringraziarvi perché mi avete dato modo di chiarire quello che è successo. Molti hanno strumentalizzato un post di qualche riga, decontestualizzandolo e senza chiedere nulla. La scuola è iniziata in situazione di emergenza epidemiologica. I dirigenti scolastici stanno lavorando con abnegazione per garantire il diritto all’istruzione in sicurezza. Ci serve sostegno e non ulteriori problemi (che comunque, ad essere sincera, mi sono arrivati a causa di qualcuno dei miei “colleghi”).
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