In un comunicato ministerile Mariastella Gelmini rende noto che a partire dal prossimo anno accademico i corsi di studio universitari si ridurranno del 20% rispetto a quelli attivati quest’anno. Gli obiettivi del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca sono “disattivare i percorsi formativi non essenziali, rendere più razionale l’organizzazione delle attività didattiche per offrire agli studenti didattica di qualità”.
Nel comunicato ministeriale si legge che “in questi anni si è assistito a una proliferazione dei corsi di laurea non sempre motivata da reali esigenze del mercato del lavoro”. Per questo motivo il Ministro ha annunciato una nota di indirizzo vincolante con la finalità di fornire nuovi parametri che le università dovranno tenere in considerazione per l’attivazione dei corsi di studio.
In particolare questo pacchetto di misure prevede: la disattivazione di corsi di studio con un numero basso di iscritti, qualora nella stessa Regione risultino già attivi corsi con analoghi obiettivi formativi; l’aumento del numero di docenti necessario per attivare un singolo corso di laurea; la riduzione della frammentazione degli insegnamenti presenti in ciascun corso di studio, attraverso l’indicazione di un numero minimo di sei crediti formativi per ciascun insegnamento e l’individuazione del numero di insegnamenti che ciascun ateneo è in grado di sostenere effettivamente, in base alle strutture e ai docenti di ruolo disponibili.
Nel comunicato ministeriale si legge che “in questi anni si è assistito a una proliferazione dei corsi di laurea non sempre motivata da reali esigenze del mercato del lavoro”. Per questo motivo il Ministro ha annunciato una nota di indirizzo vincolante con la finalità di fornire nuovi parametri che le università dovranno tenere in considerazione per l’attivazione dei corsi di studio.
In particolare questo pacchetto di misure prevede: la disattivazione di corsi di studio con un numero basso di iscritti, qualora nella stessa Regione risultino già attivi corsi con analoghi obiettivi formativi; l’aumento del numero di docenti necessario per attivare un singolo corso di laurea; la riduzione della frammentazione degli insegnamenti presenti in ciascun corso di studio, attraverso l’indicazione di un numero minimo di sei crediti formativi per ciascun insegnamento e l’individuazione del numero di insegnamenti che ciascun ateneo è in grado di sostenere effettivamente, in base alle strutture e ai docenti di ruolo disponibili.
Altro punto del pacchetto di misure predisposte è la razionalizzazione delle scuole di specializzazione mediche attraverso l’accorpamento delle scuole con un basso numero di specializzandi.
”Grazie a queste misure – si legge nel comunicato – già da questo anno accademico 2008/2009, il numero di scuole di specializzazione mediche si è ridotto, passando dalle circa 1600 dell’a.a. 2007/2008 alle attuali 1150, diminuendo quindi di 450 scuole”.