Categorie: Riforme

Gelmini: dal 2009 in vigore anche la riforma delle superiori

Un progetto completo di riforma: è quello su cui sta lavorando il Ministro Mariastella Gelmini, dalla primaria alle superiori, e che potrebbe entrare in vigore già a partire dal prossimi anno scolastico. Dopo aver messo mano alla scuola primaria su cui in questi giorni sta lavorando la Commissione cultura alla Camera, il responsabile dell’istruzione ha preannunciato la revisione delle medie inferiori. Ed il 15 settembre, in contemporanea all’avvio dell’anno scolastico per la maggior parte degli studenti, anche quella delle superiori.
Il modello a cui si ispirerà sarà quello già avviato, ma mai entrato in vigore, attraverso la riforma Moratti per la scuola superiore: un progetto che, secondo l’attuale Ministro, aveva in sé “molti elementi positivi, partiremo da lì”. Gelmini intende recuperare anche parte dei progetti di modifica del comparto d’istruzione superiore messi in atto dai suoi predecessori: “faremo tesoro anche del lavoro fatto dal Ministro Fioroni e dalla commissione De Toni sugli istituti tecnici e professionali”. 
“Riprenderemo il sistema dei licei previsto dalla Moratti, al quale affiancheremo una riqualificazione, una valorizzazione della formazione professionale e degli istituti tecnici. Il nostro intendimento – ha sottolineato il Ministro – è applicare la riforma dal 2009, senza disperdere ciò che è stato fatto prima”. Sull’ipotesi riduzione di un anno del percorso d’istruzione superiore – da cinque a quattro – Gelmini ha invece detto che è “presto per rispondere a questa domanda”.
In cosa consisterà allora la revisione del secondo ciclo? Fondamentalmente viale Trastevere sta predisponendo un piano simile a quello già avviato alle medie inferiori (dove dal 2009/2010 si punterà alla riduzione delle ore settimanali da 32 a 29).
Solo che alle superiori il quadro è molto più complesso. La novità più consistente è però quella che attende il quadro orario di offerta formativa: se ai licei si prevede una lieve ‘razionalizzazione’ del piano orario (già di per sé contenuto ed abbastanza in linea con gli altri Paesi dell’area Ocse), saranno tecnici e professionali a subire i maggiori ridimensionamenti.
Voci insistenti parlano di un passaggio dalle attuali 36 (ma anche 40 ore, come nelle classi terze dei professionali) a non più di 32 ore a settimana. Non potendo mettere mano più di tanto alle materie comuni a tutti gli istituti – soprattutto al biennio e comunque per favorire il passaggio da una scuola all’altra attraverso le cosiddette ‘passerelle’ – il decurtamento orario verrà applicato soprattutto alle materie professionalizzanti. Molti docenti di materie tecniche ed insegnanti tecnico-pratici, quindi, potrebbero ritrovarsi nel giro di qualche anno in soprannumero. Il Miur però avrebbe già pensato a questo problema allargando il range che racchiude le attuali classi di concorso: un docente, ancor di più se in esubero, avrebbe infatti la possibilità di insegnare su un ventaglio di materie molto più vasto. Nell’agenda di riforma del Miur c’è anche la forte intenzione di ridurre drasticamente gli attuali circa 900 indirizzi di studio. Per tutti i docenti delle superiori ci sarebbe poi un’altra novità: nei giorni passati il Ministro ha infatti accennato alla possibilità di incrementare il numero di ore d’insegnamento settimanale di ogni insegnante delle superori (attualmente pari a 18).
Alessandro Giuliani

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Alessandro Giuliani

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