Il ddl Aprea di riforma dello stato giuridico dei docenti presto potrebbe essere “scongelato” e riproposto alle commissioni parlamentari, magari con qualche correzione. La conferma, seppure indiretta e senza riferimenti diretti al progetto di legge arenatosi la scorsa estate per i diktat della Lega Nord, è giunta il 5 febbraio dal ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini: intervistato durante la trasmissione “Nove in punto”, di Radio 24, il responsabile del dicastero di viale Trastevere ha spiegato che uno dei punti su cui si impegnerà, ora che è stata approvata, anche dal Consiglio dei Ministri, la riforma della scuola secondaria, sarà quello della premialità, valutazione e selezione degli insegnanti.
“Il prossimo obiettivo da raggiungere – ha detto il ministro dell’Istruzione – sarà la riforma del reclutamento degli insegnanti e l’adozione di un sistema di valutazione. Qualcosa si sta facendo già attraverso l’Invalsi, un’agenzia terza che somministra dei test agli studenti per avere un giudizio credibile sui loro risultati. È chiaro, però, che (alla luce dell’attuale situazione di stallo del ddl principale ndr) serve una maggiore convinzione“.
Per Gelmini sarebbero i docenti, o almeno una parte di loro, sarebbero anche d’accordo: “sono gli stessi insegnanti“, ha detto, a chiedere di “essere valutati sulla base del lavoro svolto“. Per il ministro il vero scoglio al modello lavorativo aziendalista sarebbe quello delle organizzazioni sindacali, sinora apparse scettiche sull’introduzione di un modello che, sebbene adottato anche da altre nazioni, potrebbe essere motivo di spaccatura tra i lavoratori.
“Quando si discute di questo tema con i sindacati – ha specificato il responsabile del Miur – sono più i distinguo che le adesioni. Credo che il ruolo del sindacato sia da rispettare, ma non può essere il padrone della scuola. Sulla valutazione stiamo pensando ad un ddl o, comunque, ad un provvedimento che metta a sistema ciò che è già stato fatto, ma che compia anche qualche passo in avanti“.
Come noto, per l’avvio della premialità non si partirà da zero: il piano di razionalizzazione degli organici e delle spese avviato dal Governo con la legge 133/08 prevede che, infatti, quasi un terzo dei risparmi acquisiti vengano reinvestiti nella scuola proprio sottoforma di incentivi (fino a 7.000 euro l’anno): da assegnare ai docenti più meritevoli. E non solo per l’attuazione di progetti o momenti formativi extra-didattici, ma anche per ricompensare coloro che svolgeranno al meglio il lavoro in aula.
“La valutazione – ha detto Gelmini – non è un elemento sanzionatorio, ma di trasparenza: i contribuenti hanno il diritto di sapere come vengono spese le risorse“. Finora però la chiarezza è mancata sui metodi di assegnazione dei bonus: l’individuazione dei lavoratori dovrebbe essere assegnata ad enti esterni alla singola scuola. Ma se, invece, alla fine dovesse rientrare nelle competenze del dirigente scolastico, come paventato in alcune sedi, ciò potrebbe creare qualche problema: i docenti meritevoli, ma non in linea con le posizioni della dirigenza, rischierebbero infatti di rimanere ingiustamente esclusi.