“Esaurire le graduatorie degli insegnanti precari è impossibile. Ci sono due vicende che mi inquietano e mi angosciano: ai precari sono state fatte promesse inattuabili. Ho 35 anni e mi metto nei loro panni”. Continua l’altalena di emozioni che il Ministro Mariastella Gelmini sembra voler dare al personale precario della scuola. In soli tre giorni si è passati dal dramma al sorriso, per poi sprofondare di nuovo: prima la pubblicazione del Depf in gazzetta ufficiale comprendente gli oltre 150.000 tagli da realizzare in quattro anni; poi l’annuncio delle 32.000 assunzioni da attuare in vista del nuovo anno scolastico; fino all’intervista su Repubblica del 27 giugno nella quale il Ministro spiega che le assunzioni erano un “un impegno morale”, salvo poi specificare anche che “bisogna dire le cose come stanno”.
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Gelmini gela i precari: esaurire le graduatorie è impossibile
Cioè che i conti della scuola sono al collasso e siccome quasi tutti i fondi vengono impegnati per gli stipendi l’unica cosa da fare è tagliare cattedre e posti di personale non docente: “Voglio rendere pubblici i bilanci del ministero della Pubblica Istruzione – dice Gelmini, quasi a giustificare l’operato che intende realizzare già a partire da dopo l’estate – La situazione è drammatica ed io non ho la bacchetta magica per risolverla. I tagli sono ineludibili”.
Tagli che, a questo punto è chiaro, si abbatteranno prima di tutto sui precari: del resto sono le figure professionali che come inquadramento hanno meno diritti. L’interruzione del rapporto di lavoro, almeno nella scuola, non ha ancora prodotto alcun meccanismo di obbligo di assunzione a titolo definitivo. Da qualche tempo ci stanno provando gli avvocati di alcuni sindacati, almeno a livello locale, come la Gilda e la Uil, ma le pratiche e soprattutto le udienze hanno tempi piuttosto lunghi. Mentre il Ministro Gelmini sembra avere fretta: dopo aver studiato la situazione per alcune settimane, evitando anche interviste e uscite pubbliche, ha deciso di uscire allo scoperto.
I “denti” che fanno male, evidentemente, per il Ministro più giovane della storia dell’Istruzione italiana vanno tolti il prima possibile. Il responsabile del Miur è duro anche con le Siss : “la questione delle Scuole di specializzazione per l’insegnamento è un vero proprio scandalo, si chiedono ai laureati due anni in più di studio senza alcun vantaggio reale. È drammatico ma le cose stanno così”. A questo punto, vista la fermezza del Ministro, non è da escludere che l’ultimo corso Ssis – il decimo, avviato sul filo di lana dal ministro Mussi – possa essere bloccato sul nascere.
L’avvocato bresciano però, assicura, che non farà tutto di testa sua. Ci tiene a dire più volte che per realizzare una sana “razionalizzazione della rete scolastica” intende costituire “un confronto chiaro e franco con le parti sociali per trovare le soluzioni meno dolorose possibili. Ho incontrato i sindacati. Sono preoccupati ma ho percepito un grande senso di responsabilità. L´importante è – conclude Gelmini – mettere da parte i pregiudizi ideologici e, senza ipocrisie, con il minor danno possibile rendere un servizio utile al Paese”. Il segnale alle organizzazioni sindacali è stato inviato. La prima risposta, anche non è all’ordine del giorno, potrebbe giungere lunedì 30 giugno, quando i sindacati firmatari del contratto – Flc-Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda – sono stati convocati al Ministero per discutere sui parametri di ripartizione del contingente da immettere in ruolo.