“Se gli insegnanti italiani sono pagati pochissimo è perchè sono troppi”. È questa una delle spiegazioni date il 13 marzo dal ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, a Fabio Fazio durante la trasmissione “Che tempo che fa”, all’indomani delle partecipate manifestazioni in difesa della Costituzione e della scuola pubblica. Riferendosi ai docenti, il ministro ha detto che sono “troppi in Italia rispetto al fabbisogno e per questo sono pagati pochissimo: tanto che un docente di scuola superiore con 15 anni di anzianità percepisce 20.000 euro in meno all’anno rispetto ad un collega francese o tedesco. Dobbiamo pagarli adeguatamente, ma se cresce il numero all’infinito sono proletarizzati”.
Secondo il ragionamento del Ministro, quindi, aver tagliato posti avrebbe prodotto benefici a tutti quelli di ruolo. “I tagli – ha spiegato – li ho condivisi, anche perché abbiamo solo contenuto l’aumento della pianta organica. Il Governo non ha fatto tagli alla scuola, ma agli sprechi”.
Ancora una volta, Gelmini ha detto che “il vero punto non è quello delle risorse, ma come vengono investite”. È questa la filosofia che ci ha guidato per “dare il là alla meritocrazia”. Ed in ogni caso, smentendo tutte le indicazioni ufficiali sul Pil, “la spesa nella scuola è aumentata e non diminuita negli ultimi dieci anni”.
Il responsabile del Miur è tornato sulla mobilitazione del 12 marzo: “la manifestazione è stata legittima, ma nasce su un presupposto sbagliato e cioè che l’idea che il Governo abbia attaccato la scuola pubblica e la Costituzione. Sulle parole di Berlusconi c’è stato un equivoco che adesso è stato chiarito”. E ancora: “molti di quelli che sono scesi in piazza per la scuola pubblica – ha detto – poi mandano i figli nella scuola paritaria. La trovo un’incongruenza e forse vuol dire che non hanno poi tutta questa fiducia nella scuola pubblica”.
Prima di dirsi ancora una volta dispiaciuta per la chiusura delle scuole del 17 marzo, “perché per molti mesi si era lavorato e si era pensato tante cose per quella data, ma rimanendo le scuole chiuse abbiamo dovuto anticipare le iniziative e alcune sono state annullate”, la Gelmini ha voluto precisare che nell’ultimo anno “i docenti di sostegno sono aumentati di 3.500 unità: se c’è qualche ragazzo che rimane senza sostegno è probabile che ciò avvenga perché qualcun altro ha fatto il furbo prendendosi un supporto di cui non aveva bisogno”.