Categorie: Estero

Gelmini: ignorato il Muro di Berlino. Gasparri: colpa dei prof di sinistra

Cosa rappresenta per uno studente il 9 novembre? Per alcuni una data importanti, ma per troppi nulla di particolare: è un giorno come un altro. La storia contemporanea ci dice che il 9 novembre di due lustri fa cadeva lo storico muro che divideva la città di Berlino. Un simbolo che per oltre 28 anni ha diviso l’Europa dell’Est da quella dell’Ovest; l’Europa del Comunismo da quella emancipata e proiettata verso il capitalismo. Ma soprattutto lo sgretolamento del muro di Berlino ha rappresentato la fine della “Cortina di ferro”, la linea di confine, nel periodo della guerra fredda, tra il territorio europeo sotto l’influenza degli Stati Uniti e quello sottomesso all’Unione sovietica.
Si tratta di concetti basilari per la comprensione dello sviluppo della società moderna. E il fatto che in pochi studenti li abbiano fatti propri non deve far sorridere. Il dato non è evidentemente passato inosservato ai vertici del Miur, tanto che il ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, proprio in corrispondenza delle celebrazioni per l’anniversario della caduta dello storico muro ha sollecitato un maggiore studio a scuola “del 9 novembre e di tutti gli eventi legati alla fine del comunismo“. A tal fine Gelmini ha anche annunciato il suo impegno personale affinché “i programmi didattici trattino con maggiore attenzione il ritorno della democrazia nel nostro continente“, mentre sino ad oggi è stato dato “troppo poco spazio allo studio del crollo del Muro di Berlino e a tutti gli eventi legati alla fine del comunismo in Europa“. E ciò accadrà “anche se il 9 novembre 1989 può essere una data scomoda per qualcuno“.
Un concetto, quello della Gelmini, ripreso in modo sicuramente più diretto dal presidente dei senatori del Pdl Maurizio Gasparri: “ha fatto bene il ministro Gelmini ad invitare la scuola italiana a ricordare il ventennale del crollo del Muro di Berlino – ha detto Gasparri – perché purtroppo troppi insegnanti post-sessantottini, nostalgici del Muro e del comunismo, tacciono su questa pagina di storia“. Per l’esponente del Pdl il problema non è nei contenuti, ma negli insegnanti che negano di affrontare determinati argomenti storici: “ho constatato personalmente ha dichiaratol’esponente maggioranza – come questo evento sia stato sottovalutato, non spiegato ai ragazzi, a conferma che la scuola italiana ha bisogno non soltanto di riforme strutturali, ma anche di una riforma delle coscienze. Manca la libertà nell’insegnamento, c’è troppa sinistra e troppo servilismo che impedisce di raccontare la verità“.
Poi Gasparri è stato ancora più chiaro: “il caso del Muro di Berlino è emblematico: in troppe occasioni nulla si è detto per spiegare la verità della storia e sono convinto che questa omertà ha conclusoderivi dal conformismo ideologico di troppi docenti“.
All’evento del ventennale, festeggiato davanti alla Porta di Brandeburgo, sono stati invitati tutti i maggiori Capi di Governo. L’inizio della celebrazione è coinciso con le parole della cancelliera tedesca Angela Merkel.”E’ una svolta epocale – ha detto – la Germania, l’Europa e il mondo che erano divisi in due blocchi sono oggi di nuovo uniti. Con la caduta del muro è cominciata una nuova epoca di unificazione e di lotta per la libertà in Europa e in Germania. Un giorno di gioia per noi tutti. Per noi tedeschi è un giorno dovrebbe ricordarci molte cose“.Per il nostro premier, Silvio Berlusconi, “questa è una grande data e tutto ciò che è successo dopo, come la globalizzazione o lo sviluppo di internet, non sarebbe potuto accadere se la Germania fosse stata ancora separata dal resto dell’Europa e dalla libertà da un muro“. Anche il nostro presidente del Consiglio ha rivolto un pensiero ai nostri alunni: “Quindi evviva, perché questo è qualcosa che dobbiamo celebrare e spiegare ai ragazzi che non c’erano allora e non sarebbero in grado di capire“.
Tra i messaggi dei leader dei maggiori Paesi al mondo non poteva mancare quello Barack Obama: il presidente degli Usa seppure in videoconferenza ha esortato i presenti a cercare “di non dimenticare il 9 novembre del 1989 e i sacrifici che lo hanno reso possibile“. E subito dopo ha proclamato la data come Giornata Mondiale della Libertà.
Alessandro Giuliani

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