Nella pagina di facebook, riferita al profilo dell’ex ministro dell’istruzione, Maria Stella Gelmini, troviamo delle particolari chicche sui problemi che pervadono il mondo della conoscenza italiano. E’ di qualche ora fa l’intervento dell’on. Gelmini che scrive: “Scuola, problema di mentalità più che di risorse. Noi vogliamo puntare sull’istruzione tecnica e l’alternanza scuola lavoro”.
Questa affermazione ricorda quella fatta, in un momento di grave difficoltà politica, dal primo ministro Berlusconi, quando sosteneva che la crisi economica italiana era un problema psicologico. Ricordiamo che il presidente Berlusconi, per avvalorare la tesi della crisi economica psicologica, portava l’esempio dei dipendenti pubblici che, pur non essendo “toccati direttamente” dal rallentamento economico, avevano modificato i propri comportamenti di vita.
Ci piace anche ricordare che la stessa Gelmini, accodandosi al pensiero unico del PDL, disse che sua figlia Emma la crisi non la sentiva. Eppure la crisi c’era e c’è tutt’ora e questo è sotto gli occhi di tutti. Così come è anche vero che il principale problema delle scuole è un problema di risorse economiche e non di mentalità. In questa campagna elettorale, osserviamo che i candidati del PDL ripetono ad ogni appuntamento televisivo, ad ogni intervista, adesso anche su facebook , come se ciò fosse un mantra pidiellino, che nella scuola non esistono problemi di scarsità di risorse economiche, ma piuttosto esiste un problema di mentalità organizzativa e funzionale della scuola, da attuare con le risorse esistenti.
Lo fa capire la Gelmini in queste righe di facebook, pubblicate sulla pagina del suo profilo e lo abbiamo sentito ieri dalla viva voce dell’on. Elena Centemero, nel dibattito organizzato dalla Gilda insegnanti di Catania e moderato dalla nostra direttrice Daniela Girgenti.
L’ on. Centemero, che fa parte della VII Commissione cultura ed istruzione della Camera dei Deputati, ha sostenuto che la scuola ha scontato una razionalizzazione delle risorse economiche, come è accaduto in tutti gli altri comparti della funzione pubblica. Il deputato del Pdl ha tenuto a sottolineare che il problema della scuola non sta nelle scarsità delle risorse disponibili, ma piuttosto nella difficoltà ad affrontare in modo nuovo e moderno il rapporto tra scuola e mondo del lavoro, attraverso un progetto scuola-imprese.
A noi sembra che nel nostro Parlamento, all’interno del MIur e nella Commissione VII di cultura ed istruzione, non si abbia la vera percezione della realtà vissuta all’interno del mondo dell’istruzione italiana, pensiamo anche che ci si trastulli con amenità del tipo le famigerate “pillole del sapere” e altri sprechi da miliardi di euro, senza comprendere che le risorse finanziarie, per rilanciare la scuola italiana, sono indispensabili ed imprescindibili.
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