“Le anticipazioni date alla stampa sul decreto che il Ministro D’Alia si accinge a proporre lasciano presagire una immensa sanatoria nella Pubblica Amministrazione della quale non si sente proprio il bisogno, a fronte dei sacrifici del Paese e della necessità di collocare le scarse risorse disponibili per lo sviluppo e per alleggerire l’immensa pressione fiscale che grava sulle famiglie e sulle imprese.
Aggiungo che la priorità va data, sempre e comunque, ai concorsi e alle assunzioni di persone che hanno dato prova di meritarsi di lavorare per la pubblica amministrazione, e che non possono, in nessun modo, vedersi scavalcate.
Ci sono inoltre notizie, a dire la verità non tranquillizzanti, sulle norme inserite nel decreto legge che riguarderebbero la scuola. Purtroppo, la tradizione che ha in questo campo il MIUR non è delle più favorevoli, perché le pezze a situazioni specifiche adottate in passato sono risultate più frutto di necessità contingenti che di una visione sistemica, e più preoccupate di soggiacere a interessi sindacali che a risolvere le questioni in campo.
Sono e resto favorevole a qualsiasi norma che superi il costante braccio di ferro col ministero dell’economia su posti che risultano, a tutti gli effetti, vacanti e disponibili, e dunque ben venga anche l’immissione in ruolo, ventilata da più parti, di un congruo numero di insegnanti di sostegno. Ma, ripeto, il problema non può essere risolto con i soliti “piani straordinari”.
Così anche la soluzione per le regioni che abbiano avuto problemi con la procedura concorsuale a Dirigente scolastico (e penso, ma non solo, alla Lombardia) non può essere abborracciata, o addirittura favorire, nelle more della ricorrezione degli scritti, l’attribuzione di incarichi ai ricorrenti a discapito di chi si è visto annullare la possibilità, per merito, di diventare dirigente scolastico: non credo proprio che l’aver fatto ricorso e l’aver pagato un avvocato possa costituire un titolo di particolare merito! Resta inoltre incredibilmente irrisolta, a quanto se ne sa, la questione dei congelati SSIS, ancora indebitamente esclusi dall’accesso alle graduatorie per cui hanno acquisito, sul campo, il titolo.
Spero in un confronto, politico e tecnico, su queste materie, con il governo e con le forze politiche della maggioranza. Altrimenti, saremo costretti a riparare ai danni in Parlamento”.
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