L’incontro con il ministro Gelmini ha lasciato i sindacati del tutto insoddisfatti. Il piano programmatico presentato da Mariastella Gelmini nel pomeriggio del 19 settembre era ormai noto e quindi non ci sono state sorprese significative, ciononostante le reazioni sono state vivaci.
Cgil-Flc parla di un incontro “fallimentare da tutti i punti di vista” anche perché, secondo il segretario nazionale Enrico Panini “oltre al taglio votato in Parlamento di 150mila posti, in meno di 3 anni, è previsto un altro taglio occulto” dal momento che “tutti i cambiamenti necessari saranno fatti tagliando il personale”.
Lo Snals parla di “proposte parziali e non esaustive” e chiede che le scuole vengano dotate di un “organico funzionale pluriennale che possa far fronte sia alle esigenze didattiche sia alle supplenze brevi”
Massimo Di Menna (Uil Scuola) rileva che “sul confronto pesa come un macigno la norma della finanziaria che prevede una consistente riduzione delle risorse per l’istruzione”.
“Per mettere insieme questa riduzione con la qualità della scuola – aggiunge Di Menna – ci vuole un colpo di magia, che oggi non c’è stato”.
La UilScuola sembra però prendere sul serio le rassicurazioni del Ministro sul mantenimento del tempo pieno e del tempo prolungato e sulla invarianza dei numeri massimi di composizione delle classi.
Rino Di Meglio (Gilda degli insegnanti) commenta: “Abbiamo manifestato al Ministro tutta la mortificazione, lo sconforto e la volontà di protesta dei docenti fortemente penalizzati da una Finanziaria che per il settore della scuola prevede soltanto drastici tagli”.
“Al ministro – spiega Di Meglio – abbiamo chiesto una modifica del decreto legge in sede parlamentare per evitare il ritorno del maestro unico e lasciare alle scuole la libertà di organizzare il gruppo docente”.
Più articolato il giudizio di Cisl Scuola: “Nessun ordine di scuola esce indenne da un’operazione di inaudita pesantezza”.
“La scuola primaria – denuncia il segretario nazionale Francesco Scrima – viene disarticolata attraverso una gamma di opzioni orarie che, a partire dalla priorità assegnata alle 24 ore, rende del tutto virtuali le altre possibili scelte, perché subordinate alla disponibilità di un personale comunque seccamente ridotto dal taglio degli organici”.
“La scuola secondaria di II grado – sostiene ancora la Cisl – subisce una generale riduzione dei quadri-orario, che mette a rischio, tra l’altro , il progetto di riordino e potenziamento dell’istruzione tecnica e professionale avviato nella precedente legislatura”.
Tutte le sigle sindacali preannunciano azioni di protesta ma, per adesso, non c’è ancora nessun accordo per una manifestazione unitaria né tanto meno per uno sciopero concordato.
Mentre cresce, soprattutto al sud, la protesta dei precari che vedono allontanarsi sempre di più la prospettiva di un lavoro stabile.
La prossima settimana riprenderà alla Camera, in Commissione Cultura, l’esame del decreto 137 e si capirà se l’MPA di Raffaele Lombardo – che fa parte della maggioranza di Governo – si opporrà davvero al ritorno del maestro unico come dichiarato nei giorni scorsi da diversi suoi esponenti.