Il ministro dell’Istruzione ha preso di mira le ditte di pulizia esterne che operano negli istituti scolastici, soprattutto nella primaria. Alcuni giorni fa, il 7 ottobre, Mariastella Gelmini aveva detto, rispondendo ad question time alla Camera, di essere “contraria al fatto che i bidelli non puliscano le scuole e si appaltino le pulizie all’esterno. E’ uno spreco di risorse pubbliche. Abbiamo un sistema d’istruzione – ha sottolineato con severità il Ministro – nel quale vanno individuati gli sprechi e le sacche di inefficienza“.
Poco più di tre settimane dopo, il 24 ottobre, il responsabile del Miur è tornato sullo stesso argomento, confermando lo stesso pensiero. Fornendo però anche delle stime sui benefici economici che lo Stato attuerebbe qualora decidesse di rinunciare a questo genere di appalti: “Si risparmierebbero 1,5 miliardi di euro – ha spiegato Gelmini a Stresa durante un intervento al convegno ‘Identità e differenze’ – solo facendo tornare i bidelli a pulire le scuole: avrei potuto polemizzare con Tremonti per le risorse, ma non l’ho fatto“, ha infine sottolineato il Ministro spiegando che il problema non è soltanto quante sono le risorse, ma anche come si spendono.
Ma quanti sono i bidelli in Italia? In base alle ultime stime in ogni istituto in media operano 15,6 collaboratori scolastici (uno ogni 2,2 classi), per un costo di circa 23.500 euro ciascuno e 367 mila euro per scuola. Negli oltre 10.000 istituti sparsi per il territorio, i bidelli sarebbero in tutto poco più di 160 mila, la maggior parte dei quali di ruolo, per un costo complessivo per lo Stato che sfiora i 4 miliardi di euro l’anno.
Ma quanti sono i bidelli in Italia? In base alle ultime stime in ogni istituto in media operano 15,6 collaboratori scolastici (uno ogni 2,2 classi), per un costo di circa 23.500 euro ciascuno e 367 mila euro per scuola. Negli oltre 10.000 istituti sparsi per il territorio, i bidelli sarebbero in tutto poco più di 160 mila, la maggior parte dei quali di ruolo, per un costo complessivo per lo Stato che sfiora i 4 miliardi di euro l’anno.
C’è però da dire che questi numeri sono destinati a ridursi. Ed anche sensibilmente. Attraverso la manovra Finanziaria dello scorso anno, nei confronti della categoria dei collaboratori scolastici è stato adottato uno “sfoltimento” notevole. Se il piano dei Ministri Gelmini e Tremonti dovesse andare in porto, a fine anno scolastico 2011-2012 ci saranno, rispetto ad oggi, oltre 29 mila bidelli in meno.
A fronte di questi dati, la contraddizione appare piuttosto evidente: da una parte il Miur sembra pronto ad investire sui collaboratori affidandogli ulteriori istituti per lo svolgimento della pulizia; dall’altra però infligge alla categoria una riduzione, nell’arco di tre anni, di quasi il 20% dell’organico complessivo. A meno che non si intenda utilizzare i collaboratori rimasti per un numero sempre maggiore di scuole. Un’ipotesi che il Miur farebbe bene però a rivedere. E non solo per la scarsa qualità della pulizia che si verrebbe a determinare in non pochi istituti, ma anche e soprattutto per la sempre più scarsa sorveglianza che si prospetterebbe nelle scuole. Come faranno i collaboratori scolastici e garantire queste due importanti necessità, peraltro collegate, se in diversi casi già oggi si devono dividere tra più impegni e aree scolastiche creando, non certo per colpa loro, pericolosi “vuoti” di attività e presenze? A meno che, soprattutto qualora gli appalti alle ditte di pulizie dovessero venire meno, non si cancellino i tagli in programma. Tremonti permettendo…