Questo gruppo di docenti, regolarmente iscritto alla frequenza delle Ssis, per partecipare a un dottorato di ricerca sospesero, come consentito dalle norme, la frequenza del corso, attendendo per anni, una volta concluso il percorso, di potersi abilitare.
La causa di tanta attesa, ricorda l’on. Gelmini, è stata dovuta ai continui ritardi nell’attuazione del Tfa e solo ora hanno potuto acquisire il titolo. Poiché i Tfa, almeno per ora, non danno accesso all’inserimento nelle graduatorie ad esaurimento, tecnicamente questi giovani “congelati Ssis”, sarebbero fuori dalla GAE. Ma per la Gelmini il loro posto è, inequivocabilmente, nelle Graduatorie ad esaurimento, visto che ciò gli era stato garantito dalla legge al momento dell’iscrizione ai percorsi.
Eppure, dichiara con rammarico l’ex ministro, il raggiungimento di ciò che gli è dovuto è stato trasformato in un percorso ad ostacoli, proprio nei giorni in cui ci si appresta a varare l’ennesimo provvedimento di sanatoria a favore di chi, spesso, è stato reiteratamente respinto alle prove di accesso a quello stesso percorso. I “congelati Ssis”, denuncia Gelmini, “hanno, agli occhi di qualcuno, tre difetti: sono pochi, sono qualificati e hanno completamente ragione”.
“Viene il sospetto che siano considerati da troppi come dei “figli di nessuno”. Ciò che hanno subito in questi anni ha dell’incredibile: in alcuni ambiti territoriali e in assenza di direttive comuni, l’amministrazione non ha consentito loro di iscriversi con riserva nelle GAE o addirittura li ha “espunti”; oggi si impedisce a chi è inserito e ha preso, per merito, una seconda abilitazione di sciogliere la riserva”.
“Personalmente, voglio onorare il debito che tutti abbiamo con loro e vorrei lo onorassero anche i colleghi parlamentari, chiamati a passare dalle frasi di circostanza a un atto concreto di giustizia. Per questo ho presentato un emendamento al DL del “fare” che, senza alcun equivoco, garantisce ai congelati SSIS espulsi dalle GAE il diritto negato ad accedervi e abbatte gli ostacoli posti incomprensibilmente sul cammino di chi, a pieno titolo, vi è inserito. Sarà, questa, la prima tra le proposte di intervento normativo che presenterò, per offrire un’occasione al Parlamento di mettere ordine, all’insegna del merito, nelle politiche del personale scolastico”.
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