Gelmini tende la mano ai precari: niente guerra e ammortizzatori subito
Mentre proseguono presidi e contestazioni da parte dei precari, da Cernobbio il ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, getta acqua sul fuoco e ribadisce che quel che sta succedendo è colpa dei precedenti Governi. Anche perché “non esiste nessuna guerra con i precari ed il Governo sta esprimendo loro – dice durante il Forum Ambrosetti – solidarietà concreta con i fatti. L’anno scolastico partirà in modo regolare: certo, c’è un disagio sociale assolutamente legittimo. Il Governo non solo ne ha il massimo rispetto, ma sta anche lavorando per risolverlo“. Per il responsabile dell’istruzione però sulla bilancia c’è sempre la stessa soluzione: l’approvazione in Consiglio dei ministri del decreto sui contratti di ‘disponibilità’. Una prospettiva che sarebbe bene accolta dai sindacati, tranne la Flc-Cgil, ma già seccamente respinta dai comitati e dai movimenti dei precari impegnati nelle iniziative di protesta.
La sua approvazione, tra l’altro anche da perfezionare perché mancano all’appello la maggior parte delle Regioni, è comunque prevista per mercoledì 9 settembre.
E per il Ministro le proteste di questi giorni da lì a poco si smorzeranno. Anche perché Gelmini ha assicurato che gli ammortizzatori partiranno già nelle prossime settimane: “con la chiusura degli accordi di programma in alcuni casi partiranno proprio subito, in altri casi solo dopo l’approvazione della convenzione con l’Inps. Però i tempi sono brevi“.
Il responsabile del ministero di viale Trastevere ha poi puntato l’indice sul vero responsabile dell’attuale situazione e del malcontento che ne deriva: la Sinistra. “Perché non si può dire – ha detto Gelmini – che il precariato sia stato originato da questo Governo. Ricordo i concorsi con un numero non programmato negli anni Settanta-Ottanta, le sanatorie, il fatto che la scuola sia stata utilizzata come un ammortizzatore sociale e quindi credo che il precariato abbia origini lontane. Cercare di far credere che sia responsabilità di questo Governo è un’operazione maldestra che sicuramente non riuscirà“.
I precari però non erano mai giunti ad organizzare proteste così ‘forti’. Nessun Governo era d’altro canto arrivato a tagliare il 15% dei posti in organico. “E’ chiaro che servono le riforme – ha continuato Gelmini – perché ad esempio il sistema delle Ssis, il reclutamento fatto in questo modo, ha originato il precariato. Il motivo per cui noi vogliamo cambiare la scuola, cambiare l’Università e introdurre regole nuove è proprio perché non vogliamo essere corresponsabili dell’aumento del precariato che noi abbiamo ereditato e che stiamo cercando di contenere e di risolvere“.
Il problema però è che oggi in piazza e davanti agli Uffici scolastici provinciali c’è il vecchio precariato: quello composto da lavoratori con alle spalle anche più di vent’anni di supplenze. Insegnanti e personale non docente che all’orizzonte sognava il ruolo. Nel frattempo ha ripiegato sui contratti a tempo determinato. Ed ora gli vengono negati anche quelli.