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Gender gap e stipendi. Il confronto tra la scuola e le altre professioni

Come abbiamo anticipato in un articolo precedente, il gender gap in riferimento alla differenza salariale di genere, esiste anche nel mondo della scuola, tuttavia è minimo: le insegnanti donne, infatti, in media ricevono appena il 2% in meno dei colleghi maschi, un dato che ci spieghiamo come una minore attribuzione alle donne di incarichi aggiuntivi remunerati, dato che la rilevazione Ocse considera salari effettivi, comprensivi cioè di ulteriori remunerazioni rispetto a quelle ordinarie.

Il gender gap nelle altre professioni

Ad ogni modo, il punto è: dal confronto con le altre professioni, è evidente che il mestiere dell’insegnante per una donna mostra grandi vantaggi sul fronte dell’equità retributiva tra uomo e donna.

Il report Ocse Education at Glance 2021, infatti, rileva che un divario di genere nelle retribuzioni persiste a tutti i livelli di istruzione e tra tutti i Paesi in modo più o meno omogeneo, ma si osserva un ampio divario di genere nelle retribuzioni tra i lavoratori con la laurea. Insomma, quanto più ci si specializza, tanto più gli uomini beneficiano di un vantaggio retributivo a scapito delle colleghe di pari livello d’istruzione, un dato che fa ancora più rabbia alla luce del fatto che i risultati scolastici e universitari sono in genere migliori tra le ragazze rispetto ai ragazzi.

Per tornare ai numeri, in media nei Paesi OCSE, le donne con istruzione universitaria che lavorano a tempo pieno guadagnano solo il 76% delle cifre raggiunte dai coetanei maschi.

Unica nota positiva, il divario di genere tra i guadagni di uomini e donne con istruzione universitaria si è ridotto tra il 2013 e il 2019, in media di 2 punti percentuali.

Il divario percentuale si asciuga un po’ man mano che si scende di livello di istruzione. Le donne con diploma di scuola superiore, infatti, guadagnano circa l’80% della remunerazione del collega maschio.

Ecco perché il mondo della scuola con il suo 98% (che significa uno scarto del 2% tra le remunerazioni delle donne e quelle degli uomini) non può che essere apprezzato.

Quali ragioni alla base delle differenze salariali di genere?

Quali ragioni alla base del gender gap salariale? Leggiamo sul documento Ocse: Le ragioni del divario di genere nei guadagni includono gli stereotipi di genere, le convenzioni sociali e la discriminazione contro le donne, ma anche le differenze tra uomini e donne nella scelta dei campi di studio. Stereotipi di genere e convenzioni sociali possono anche contribuire alle differenze osservate nei campi di studio tra uomini e donne. Gli uomini hanno maggiori probabilità delle donne di studiare in settori associati a guadagni più elevati, come ingegneria, produzione e edilizia e tecnologie dell’informazione e della comunicazione, mentre le scelte educative delle donne sono ancora dirette a settori associati a guadagni più bassi, tra cui l’istruzione e le arti e le discipline umanistiche . Tuttavia, i guadagni delle donne non superano ancora i guadagni degli uomini anche nello stesso campo di studi.

Altre ragioni possono riguardare: le difficoltà nel combinare una carriera professionale con le responsabilità domestiche e familiari. Per gestire questi diversi impegni è più probabile che le donne cerchino percorsi meno competitivi e una maggiore flessibilità sul lavoro, portando a guadagni inferiori rispetto agli uomini con lo stesso livello di istruzione.

Peraltro la conciliabilità tra carriera e famiglia, è una delle considerazioni, per cui, specie in passato, le donne hanno scelto il mondo della scuola piuttosto che altri ambiti professionali.

Il confronto tra laureati e non laureati

Se abbandoniamo invece la questione di genere e guardiamo solo al confronto tra laureati e non laureati, secondo i dati Ocse gli adulti con un livello di istruzione inferiore alla scuola secondaria superiore di solito affrontano grandi svantaggi salariali: in media, il 27% di questi adulti guadagna solo la metà o meno della retribuzione media di tutti i lavoratori.

Quanto alle questioni anagrafiche, i differenziali salariali tra i livelli di istruzione tendono ad aumentare con l’età. In media nei Paesi OCSE, i giovani adulti (25-34 anni) con istruzione universitaria che lavorano a tempo pieno o part-time guadagnano il 38% in più rispetto ai coetanei con un diploma di scuola secondaria superiore; e addirittura i 45-54enni guadagnano il 70% in più.

La laurea paga, insomma, se mai ci fosse stato qualche dubbio. Livelli di istruzione più elevati di solito si traducono in migliori opportunità di lavoro e guadagni più elevati.

Carla Virzì

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