In un articolo del 5 febbraio 2014 pubblicato su il Fatto Quotidiano (http://tv.ilfattoquotidiano.it/2014/02/05/cannabis-studenti-di-milano-a-scuola-8-su-10-si-fanno-canne/261931/ ) si scrive: “ “Otto studenti su dieci fumano marijuana”. Lo dicono chiaro e tondo, i giovani che studiano all’ombra della Madonnina, e chiariscono: “La legalizzazione non avrebbe alcun effetto sul consumo, non cambia nulla”. Le testimonianze dei minorenni intervistati a Milano all’uscita da scuola si assomigliano tutte: “Trovarla è semplicissimo: c’è chi fuma prima dell’inizio delle lezioni”.
Stessi riscontri su Panorama.it (http://news.panorama.it/cronaca/Perche-Giovani-Fumano-Canne) dove in un articolo si fa la cronaca di quanto avviene in una scuola del milanese: “ Cortile di un istituto tecnico milanese, intervallo tra le ultime due ore: cinque ragazzi si preparano uno spinello con marijuana mista a tabacco, se lo passano e quindi rientrano in classe, dove, come birilli, quattro di loro perdono i sensi e finiscono in ospedale. Una con codice rosso, tre con codice verde. È solo l’ultimo caso di cronaca che, tra malori e ragazzini che spacciano per comprarsi i jeans griffati, vede protagonisti adolescenti e canne, un binomio ormai quasi indissolubile.
Da un’indagine del Dipartimento politiche antidroga (Dpa) sull’utilizzo di stupefacenti in Italia, è emerso che uno studente su quattro fuma cannabis”. Dati e numeri allarmanti che coinvolgono direttamente la quotidianità delle nostre scuole in tutto il territorio nazionale. A tal proposito domenica 14 nella trasmissione televisiva “Presa Diretta” su Rai 3 in una puntata dal titolo “L’erba del vicino” si è parlato della nostra Italia proibizionista, che ha un triste primato: è il paese europeo con più alto indice di consumo di droghe tra i ragazzi sotto i 16 anni. Si chiama “poliabuso” e ha conseguenze devastanti per la salute dei ragazzi. Un racconto dal basso, sull’abuso di sostanze davanti alle scuole e dentro le classi, nelle piazze e nei locali della movida romana. Un racconto duro e mai visto prima, che dovrebbe far riflettere tutti gli operatori scolastici di buona volontà.
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