“Non me la sento di definirla perduta. Non dobbiamo perdere questa generazione perchè ha alle spalle un patrimonio di fatiche e di studi”. Poi il ministro ha ricordato che “l’Italia ha pochissimo associazionismo giovanile, i giovani vanno incontro alle difficoltà della vita da soli. Non ci sono associazioni dei giovani, diciamo così, ‘sindacali’ come invece accade in altri paesi, e questo rende i nostri giovani più deboli. L’idea di uno sciopero generazionale andrebbe dunque ripreso nel senso di dire ai giovani:organizzatevi in maniera associativa, fate pressione”. Anche per questo, aggiunge, “è importante non far cadere il servizio civile nazionale, che, tra l’altro, secondo i nostri dati, dà il lavoro al 45% dei giovani che lo fanno. I giovani associati possono essere sul mercato un forte elemento di pressione”.
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