In una società liquida dove ciò che conta è la velocità non la durata delle cose e dei rapporti e per dirla con le parole di Kooning il contenuto della vita non è più di un’occhiata fugace ,dove tutto è assolutamente fragile, deperibile ,difficilmente resistente ai capricci del clima ostile e mutevole, si colloca un sondaggio senza precedenti “GENERATION WHAT” .
L’intento è quello di descrivere una generazione di ragazzi dai 16 ai 34 anni che mette in evidenza il tratto della sua vulnerabilità, strettamente collegato alla natura dissonante di questo tempo dove la prevalenza del LIQUIDO (adattamento ed imprevedibilità delle situazioni) sul SOLIDO appare sempre più noto.
Modelli culturali mutati, legati alla globalizzazione, diversi stili di vita orientati alla pluralità, instabilità, relativismo,volti di diverse etnie, diversi modi e fogge di vestire, usi e costumi variegati, multicolori, sono il riflesso del cambiamento ma anche delle contraddizioni e dei conflitti che stanno investendo l’intero pianeta. Per cogliere l’epifenomeno che investe multiformi consapevolezze, 12 paesi dell’UE hanno aderito al progetto che essenzialmente si dipana attraverso un sondaggio web che disegna punti di vista differenti di giovani europei in un arco temporale di 18 anni sempre più variopinto .Questo programma sperimentato in Francia nel 2013 e dal carattere interattivo è articolato in 149 domande elaborate da una equipe di sociologi, in sei sezioni specifiche (famiglia, amici, colleghi, stima di sé, società e futuro, Europa) ed in 21 temi che vanno dalle relazioni in famiglia a quelle con gli amici, alle paure alle speranze ai sogni all’Europa.
I paesi partecipanti oltre l’Italia in cui il quotidiano Repubblica è media partner della Rai, sono Francia, Germania, Regno Unito, Irlanda, Austria, Belgio, Lussemburgo, Spagna, Repubblica Ceca e Grecia che hanno aderito a questo progetto internazionale (che durerà sei mesi) per intercettare i sentimenti delle nuove generazioni.
Dal confronto coi giovani di altri paesi, si cercano di capire i modelli pedagogici di riferimento che nel bene o nel male accompagnano questa GENERAZIONE Y, dalle spinte del mercato globale alla mobilità, alla logica dei consumi, alla sempre più avvertita precarietà di ogni progetto di vita e di lavoro, all’uso pervasivo dei social che va a delineare fecondi confronti e positive interazioni ma nasconde identità sempre più fragili e a rischio di schizofrenia o dipendenza. Sentimenti di inadeguatezza, di solitudine, involuzioni di personalità celati dietro identità camuffate, superiori all’apparenza sono espressione di una vita superficiale sempre meno umanizzata ma aperta socialmente a persone conosciute solo sul web dove si è liberi dallo spazio, dalle convenzioni e convenienze imposte, dagli stessi sentimenti fittizi.
Ma l’aspetto social di questo progetto di una generazione che guarda al futuro è fondamentale per connettere i giovani dei dodici paesi permettendo un confronto tra il proprio profilo e la media europea.
Si tratta di un’indagine nuova nel suo genere che incardinando al suo interno tematiche proprie della complessità di questo tempo vuole dare una mappatura dei tratti distintivi dei giovani europei arricchendo ogni tema con contribuiti filmati o brevi clip per comprendere tendenze e modi di essere .La cultura sana della rete in tal senso potrà accrescere la conoscenza di comportamenti, modi di sentire, modelli interpretativi, processi di trasformazione che segnano le relazioni, la società, il mondo globalizzato;:in sintesi aspetti che riflettono abitudini di vita di giovani di oggi.
Anche in questo caso la pedagogia della speranza è che la liquidità di Bauman anziché produrre chiusure, possa offrire nuove opportunità, incoraggiare nuove e più definite scelte, migliorare i livelli di interazione, trasmettere le sicurezze necessarie per affrontare anche traversate in acque non proprio calme!!!!
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