L’amministrazione centrale prende le distanze dalla dizione “genitore 1” e “genitore 2”, che in alcuni istituti scolastici sta sostituendo le diciture tradizionali «padre» e «madre». Interpellato alla Camera, dal Fabio Rampelli (iscritto al gruppo parlamentare Fratelli d’Italia – Alleanza nazionale) – secondo cui queste nuvoe definizioni mortificano tutti quei genitori che vivono con normalità e con orgoglio la propria genitorialità, tanto che una mamma milanese ha cancellato dal modulo «genitore 1», ha scritto «mamma» e per questo è stata letteralmente travolta dai consensi della rete – , il ministro Giannini ha detto che la dicitura “è stata desunta da alcune scuole” ma non è patrimonio lessicale del Ministero.
Durante il question time alla Camera, svolto nel pomeriggio del 30 aprile, Giannini ha ricordato che “il 10 gennaio scorso il Miur ha diramato una circolare per disciplinare le iscrizioni all’interno delle scuole: prevede che devono essere effettuate on line, con esclusione delle scuole dell’infanzia e paritarie. In questa circolare si fa riferimento a “genitori o soggetti esercenti la potestà genitoriale, ma non c’e’ alcun riferimento a genitore uno e 2″”, ha specificato Giannini.
Le dizioni adottate nella modulistica scolastica in sostituzione di ‘madre’ e ‘padre’. “Anche nella guida rapida 2014 consultabile sul sito del ministero – ha proseguito Giannini – si parla de “il padre, la madre, il tutore o l’affidatario. Non esiste alcun elemento ministeriale che fa riferimento a questa interpretazione lessicale (genitore 1 e 2, ndr) che è evidentemente stata desunta da alcune scuole in modo autonomo”.
Tanto è vero che nella stessa circolare di inizio anno, sottolinea il responsabile del Miur “il modulo di iscrizione” si precisa “può essere integrato, adeguato a cura delle singole istituzioni per consentire agli interessati di esprimere le proprie scelte in merito alla possibilità di fruizione del tempo scuola, del servizio mensa e di tutti questi altri servizi su cui la famiglia può e deve esprimersi”.
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