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Genitori aggrediscono docente a scuola, trasportata in ospedale: per lei contusione cranica e cinque giorni di prognosi

I carabinieri della compagnia Napoli Bagnoli sono intervenuti oggi in una scuola di infanzia del napoletano. Poco prima e per cause in corso di accertamento un’insegnante sarebbe stata aggredita dai genitori di un alunno. Lo riporta NapoliToday.

L’insegnante – una donna di 59 anni – è stata medicata nell’ospedale San Paolo. Per la docente è stato segnalato uno “choc emotivo e una contusione cranica, con cinque giorni di prognosi”, spiegano gli inquirenti. Le indagini da parte dei carabinieri sono in corso.

Le prime ricostruzioni della vicenda

Fanpage.it riporta ulteriori, tristi, dettagli sulla vicenda: tutto sarebbe avvenuto in orario di lezione, davanti alle aule piene di bambini.

Secondo i primi rilievi, sembra che la maestra sia stata colpita con uno schiaffo in faccia e le sarebbe stato lanciato contro un portapenne di metallo. I genitori, secondo le primissime informazioni, avrebbero contestato i metodi di insegnamento. Ma si tratta, al momento, solo di ipotesi.

Un altro caso di genitori sindacalisti dei figli?

Purtroppo i genitori, di recente, tendono ad assumere il ruolo di “sindacalisti” dei figli. Non è da escludere, infatti, che l’aggressione sia scaturita dalla volontà di difendere il proprio figlio da parte dei genitori. Di questo ha parlato di recente lo psicoanalista Massimo Recalcati: “Lo stato di salute della scuola riflette la condizione comatosa dello stato educativo in generale. La rottura del patto educazionale nella scuola è un fatto evidente. Come diceva Freud, nella figura dei maestri, degli insegnanti, dei professori, i figli proiettano le figure primarie genitoriali, quindi esisteva una continuità tra la figura del genitore e quella dell’insegnante. E con l’esistenza del patto educativo, i genitori si schieravano dalla parte degli insegnanti, condividendo lo stesso obiettivo, l’educazione e la formazione dei figli. Oggi questa alleanza si è fratturata, i genitori sono alleati con i figli e l’isolamento degli insegnanti comporta che qualunque loro azione educativa rivolta agli allievi viene vissuta dalla famiglia come un abuso di potere, come un’ingerenza, come un esercizio autoritario del potere. Nel nostro tempo i genitori tendono a fare i sindacalisti dei figli, in un certo senso. Per un altro verso, invece, gli insegnanti sono investiti di un compito educativo dagli stessi genitori. Nel momento in cui quest’ultimi non riesco a esercitare questo ruolo educativo in famiglia, gli insegnanti si trovano a supplire queste falle nel discorso educativo, infatti si dice spesso che la scuola va ad occupare il vuoto educativo lasciato dalle famiglie. Quindi gli insegnanti si trovano ad avere questo forbice a doppio taglio, da una parte criticati e dall’altra ritenuti necessari”.

Redazione

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